È l'opinione del presidente del PLR Thierry Burkart: «Berna e Bruxelles puntino sul pragmatismo».
Il partito ha depositato svariate mozioni per il mantenimento e lo sviluppo degli accordi tra Svizzera e Unione europea. Ma non a tutti i costi. «L'interruzione dei negoziati sull'accordo quadro è stata logica. L'Ue non era pronta a fare concessioni».
BERNA - Le relazioni fra Svizzera e Unione europea (Ue) devono continuare a essere regolate dagli accordi bilaterali. Ad affermarlo è il presidente del PLR Thierry Burkart, che invita le due parti al pragmatismo.
«Il PLR ha depositato mozioni per il mantenimento e lo sviluppo degli accordi bilaterali», ha detto Burkart in un'intervista pubblicata oggi dalla Neue Zürcher Zeitung. Il presidente del partito si aspetta che i rappresentanti dell'Ue siedano di nuovo al tavolo dei negoziati con la Svizzera.
In numerosi di questi accordi non è la Confederazione a guadagnarci maggiormente, ma l'Ue, ha continuato il consigliere agli Stati argoviese. Anche se Bruxelles ha detto più volte di non voler continuare sulla via bilaterale nella forma attuale, Burkart è quindi convinto che la cooperazione sarà vantaggiosa per entrambe le parti.
L'argoviese propone di risolvere le questioni istituzionali proprio a livello dei differenti accordi bilaterali, con una ripresa dinamica del diritto. Per questioni controverse, come la direttiva sulla cittadinanza europea, tale ripresa dinamica dovrebbe essere esclusa: Bruxelles potrà rifiutare ai cittadini elvetici nell'Ue ciò che la Confederazione rifiuta ai cittadini europei in Svizzera.
Per quel che riguarda i regolamenti controversi, Burkart ha sottolineato che la maggior parte delle soluzioni, a livello tecnico, negli ultimi anni è stata trovata in seno al comitato misto. Per le questioni politiche, basterebbe creare una corte di arbitrato.
Il presidente del PLR giudica poi «logica» la decisione del Consiglio federale d'interrompere i negoziati sull'accordo quadro. «L'Ue non era pronta a fare concessioni alla Svizzera», ha detto. «Quello che serve ora, è pragmatismo da entrambe le parti».