Tra i punti chiave vi sono la riduzione del tasso di conversione al 6% e l'abbassamento della soglia d'entrata nel sistema.
Il dossier torna al Nazionale.
BERNA - Il Consiglio degli Stati ha terminato oggi le discussioni - iniziate due settimane fa - sulla riforma del Secondo pilastro, dossier approvato con 25 voti contro 10 e 4 astensioni. La revisione prevede in particolare la riduzione del tasso di conversione e l'abbassamento della soglia d'entrata nel sistema allo scopo di assicurare anche i bassi salari. Oggi si è discusso anche delle compensazioni per la generazione transitoria. Il dossier torna al Nazionale per l'esame delle divergenze.
Le misure destinate alla generazione transitoria sono il vero pomo della discordia della riforma. Il Consiglio federale, che si è basato sul compromesso raggiunto tra i sindacati e l'Unione svizzera degli imprenditori (USI), propone un supplemento di rendita per chi andrà in pensione nei 15 anni successivi all'entrata in vigore della riforma.
Il Nazionale ha modificato la proposta governativa allo scopo di compensare in modo mirato le risultanti diminuzioni delle rendite. Il calcolo del supplemento di rendita finale dovrebbe così anche tener conto delle prestazioni sovraobbligatorie della cassa pensioni.
Diversamente da quanto proposto dal governo, il supplemento di rendita andrebbe finanziato solidalmente da tutti gli assicurati soltanto nella misura in cui gli eventuali accantonamenti costituiti dalle singole casse pensioni non siano sufficienti. A tale scopo il fondo di garanzia potrà riscuotere dalle casse pensioni importi pari allo 0,15% dei salari assicurati secondo la LPP.
Oggi gli Stati hanno confermato il fatto che la generazione di transizione concerne le prime 15 classi d'età che andranno in pensione dopo l'entrata in vigore della riforma. Diverso, rispetto al Nazionale, è però il metodo di calcolo per determinare il supplemento di rendita: i "senatori" hanno voluto prendere in considerazione anche l'ammontare del capitale LPP risparmiato.
In questo modo dovrebbe ricevere un supplemento di rendita circa la metà della popolazione appartenente alla generazione transitoria. Concretamente, chi al momento del pensionamento disporrà di un avere di vecchiaia fino a 215'100 franchi avrà diritto all'intero supplemento. Per un capitale LPP compreso tra 215'100 e 430'200 franchi è previsto un supplemento decrescente. Oltre tale soglia non si riceverà nulla.
Gli emendamenti avanzati dalla sinistra, che miravano ad aumentare queste soglie, sono stati respinti. Non hanno avuto miglior fortuna le altre minoranze che chiedevano rispettivamente di allinearsi alle proposte del Nazionale e del Consiglio federale.
Il finanziamento delle rendite supplementari adottato oggi è simile alla proposta del Nazionale. L'aliquota che il fondo di garanzia potrebbe riscuotere dalle casse pensioni andrebbe però portata allo 0,24% dei salari assicurati secondo la LPP.
Giù il tasso di conversione
L'elemento centrale della riforma è la diminuzione dell'aliquota di conversione dal 6,8% al 6,0%. Riduzione approvata oggi con 30 voti a a 12. Inutile l'opposizione di Paul Rechsteiner (PS/SG) secondo cui le compensazioni decise sono assolutamente insufficienti per giustificare tale calo.
«Un'aliquota del 6,8% è possibile solo con un rendimento del capitale del 5%, un tasso oggi obiettivamente irrealistico», ha replicato il consigliere federale Alain Berset. La riduzione al 6% è anche necessaria per limitare la ridistribuzione indesiderata che sussiste a carico degli assicurati attivi. Il ministro dell'interno, con un occhio alla futura votazione popolare, ha però ammesso che al momento le compensazioni previste non sono sufficienti.
A parità di capitale LPP risparmiato, l'abbassamento dell'aliquota comporta una contrazione di circa il 12% delle rendite pensionistiche. Per scongiurare una loro eccessiva diminuzione, la riforma prevede alcune misure per aumentare l'avere di vecchiaia disponibile al momento del pensionamento.
Decisioni prese due settimane fa
Tra questi provvedimenti, già adottati due settimane fa nella prima parte del dibattito, figura l'abbassamento della soglia d'entrata nel sistema, che passerà a 17'208 franchi (dagli attuali 21'510 franchi). In tal modo sarebbero assicurati in una cassa pensione 140'000 lavoratori supplementari con salari modesti, principalmente donne. Il Nazionale vorrebbe diminuire tale soglia in modo più marcato (a 12'548 franchi) e assicurare così 320'000 lavoratori a basso reddito.
Altra novità: la deduzione di coordinamento, ovvero della parte inferiore del salario che non è assicurata, sarà ridotta. Attualmente è fissata a 25'095 franchi (7/8 della rendita massima AVS, ndr.); Consiglio federale e nazionale propongono di dimezzarla. Gli Stati hanno invece deciso che questa corrisponderà al 15% della parte di salario compresa tra 0 e 85'320 franchi (in tutte le varianti la parte di salario che supera quest'ultima soglia non è assicurabile).
Questa misura e la precedente comporteranno un aumento dei prelievi salariali, dal momento che i contributi alla cassa pensioni saranno riscossi su una parte maggiore dello stipendio. Il capitale LPP risparmiato sarà però più corposo, consentendo così di compensare il previsto calo del tasso di conversione.
Il progetto prevede poi una modifica delle aliquote per gli accrediti di vecchiaia prelevati sul salario, con il passaggio a due sole categorie d'età. Contrariamente alla Camera del popolo, gli Stati non hanno invece voluto modificare l'età a partire della quale si inizia a versare gli accrediti vecchiaia. Il Nazionale vorrebbe portarla da 25 a 20 anni.