Il Governo chiede inoltre all'istituto di esaminare la possibilità di restituire le remunerazioni già versate.
ZURIGO - Tutti i bonus non ancora versati ai vertici di Credit Suisse vanno bloccati, oppure ridotti del 50 o del 25%. È la posizione del Consiglio federale, che ha incaricato il Dipartimento federale delle finanze (DFF) di intervenire sulle retribuzioni variabili relative alla grande banca. L'istituto dovrà inoltre esaminare la possibilità di restituire quelle già corrisposte.
Dopo la sospensione a titolo provvisorio delle retribuzioni variabili, stabilita il 21 marzo, il governo ha ora deciso le misure definitive sulla questione, si legge in una nota diffusa oggi. Il provvedimento interessa i tre massimi livelli della banca, ovvero un totale di circa 1000 collaboratori. L'importo complessivo dedotto si aggira fra i 50 e i 60 milioni di franchi.
Nel dettaglio, tutti i bonus della direzione non ancora versati alla fine del 2022 vengono soppressi, ridotti del 50% (primo livello al di sotto della direzione) o del 25% (secondo livello). In tal modo si tiene conto del diverso grado di responsabilità dei quadri superiori per la situazione di Credit Suisse, precisa l'esecutivo.
Dal canto suo, UBS dovrà prevedere nel suo sistema retributivo un criterio per le persone che si occuperanno della realizzazione degli attivi di Credit Suisse coperti dalla garanzia statale, secondo cui la garanzia di perdita non deve essere utilizzata. Dovrà anche tenere adeguatamente conto di fattori come la consapevolezza dei rischi e il rispetto delle regole di condotta.
Per quanto riguarda i bonus già versati, Credit Suisse viene incaricato di esaminare la possibilità di vederseli restituire. Dovrà poi redigere un pertinente rapporto da presentare al DFF e all'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma). Eliminate o ridotte pure tutte le gratifiche per il 2023 fino al completamento dell'acquisizione da parte di UBS.
Attualmente, indica il Consiglio federale, le retribuzioni variabili differite degli oltre 49'000 dipendenti ammontano a 635 milioni. Al momento dell'assegnazione, il valore era ancora pari a 2,76 miliardi. In altri termini, a causa dell'andamento negativo delle azioni di Credit Suisse, tutti i collaboratori hanno già subito perdite per oltre due miliardi di franchi.
Lo scorso 19 marzo, il governo aveva deciso un pacchetto di misure per puntellare l'operazione Credit Suisse-UBS, viene ricordato nella nota. Esso comprende garanzie della Confederazione per il sostegno della liquidità erogato dalla Banca nazionale svizzera (100 miliardi) a Credit Suisse come pure garanzie secondarie per eventuali perdite che UBS potrebbe subire nella vendita di determinati attivi di quello che si appresta a diventare il suo ex rivale storico (9 miliardi).