Agire senza aspettare l'Ue sarebbe «prematuro», per l'Esecutivo
BERNA - È meglio rinunciare a uno stop «prematuro» delle vendite o delle immatricolazioni di veicoli a benzina e a diesel. Alla luce di un rapporto sul tema approvato stamane, il Consiglio federale preferisce agire in modo graduale e coordinato con l'Unione europea (Ue).
Il documento, stilato in adempimento di postulati dei consiglieri nazionali Jürg Grossen (PVL/BE), Matthias Samuel Jauslin (PLR/AG) e Marco Romano (Centro/TI), contiene una panoramica delle attuali basi legali nonché degli ostacoli e delle possibili misure per passare a un sistema di trasporto a zero emissioni fossili, precisa l'esecutivo in una nota.
Per il governo, le norme sulle emissioni di CO2 per i nuovi veicoli in Svizzera vanno mantenute e adattate come nell'Ue. Un diritto all'installazione o alla tolleranza dell'infrastruttura di ricarica dovrebbe essere sancito nel codice delle obbligazioni per gli inquilini e nel codice civile per i comproprietari per piani.
Tuttavia, ciò potrebbe essere in contrasto con la garanzia della proprietà, sancita nella Costituzione, e la libertà economica e contrattuale. In alternativa, i Cantoni possono attuare autonomamente programmi di sostegno o emanare regolamenti per creare i presupposti costruttivi e dotare edifici e parcheggi di infrastrutture di ricarica in base allo stato della tecnica.
Nella sua nota, il governo ricorda infine che la Confederazione sostiene i veicoli elettrici e le necessarie infrastrutture di ricarica con la roadmap mobilità elettrica 2025. Inoltre, la revisione della legge sul CO2, pendente in Parlamento, prevede un sostegno finanziario per le infrastrutture di ricarica da parte della Confederazione.