Lo prevede un progetto di legge della Commissione delle istituzioni politiche del Nazionale che il Consiglio federale intende sostenere.
BERNA -
Il progetto di legge prevede di modificare la Legge federale sugli stranieri estendendo le regole per i casi di rigore applicabili alle vittime di violenza domestica, si legge in una nota governativa odierna.
Stando alla commissione, dopo un divorzio uno straniero può rimanere in Svizzera e prolungare il suo permesso di soggiorno a certe condizioni. Ciò è particolarmente vero se lui o lei sono vittime di violenza domestica. Tuttavia, le condizioni sono difficili da soddisfare. La vittima deve provare che la violenza c'è stata. Per paura di perdere l'autorizzazione di soggiorno, alcune donne rimangono quindi col coniuge violento.
In futuro, insomma, in caso di divorzio è previsto che i familiari dei titolari di un permesso di dimora (permesso B), di un permesso di soggiorno di breve durata (permesso L) nonché delle persone ammesse provvisoriamente (permesso F) possano rimanere in Svizzera se sono stati vittima di violenza domestica. Finora questi gruppi di persone potevano chiedere di rimanere, ma non pretenderlo legalmente. Tale diritto spettava solo ai familiari stranieri di cittadini svizzeri e di titolari di un permesso di domicilio (permesso C).
La commissione, rammenta la nota, propone pure di sostituire l'espressione "violenza nel matrimonio" con "violenza domestica" al fine di precisare che il nuovo diritto si applica, oltre che ai coniugi, anche ai loro figli, alle persone che hanno contratto un'unione domestica registrata e ai concubini. Occorre inoltre completare l'elenco degli elementi previsti dalla legge che lasciano supporre l'esistenza di violenza domestica. Attualmente ciò è disciplinato in un'ordinanza.