È stata eletta dall'Assemblea federale con 158 voti su 204 schede valide. «Essenziale collaborare con l'Unione Europea»
BERNA - Nel suo discorso pronunciato a Camere riunite, Amherd ha parlato della montagna di lavoro che l'attende, e della speranza che questa «non superi il Cervino». Tra i temi importanti che saranno all'ordine del giorno, la vallesana ha citato le relazioni con l'Unione europea: «Sono convinta che per la Svizzera una buona collaborazione sia essenziale. Ci guadagneremo in sovranità», ha affermato.
Più in generale, Amherd ha definito il federalismo «un elemento essenziale del successo della Svizzera». La decentralizzazione delle competenze ci rende robusti, ha sottolineato. Il compromesso - che la consigliera federale ha simboleggiato con la fondue moitié-moitié - fa inoltre parte del nostro DNA, ha sottolineato. «Mi impegnerò a trovare risposte comuni», ha aggiunto.
L'elezione del presidente della Confederazione è un rituale dall'esito scontato, che si ripete ogni anno il secondo mercoledì della sessione invernale delle Camere federali. Dà però la temperatura del gradimento di un ministro fra i parlamentari sulla base dei voti ricevuti.
Il risultato di Amherd non è quindi particolarmente brillante, anche se in linea con quello dei suoi due predecessori: l'anno scorso Berset ottenne 140 voti, due anni fa Ignazio Cassis ne ricevette 156 voti.
La peggiore elezione alla presidenza fu però realizzata da Micheline Calmy-Rey nel 2011 quando ricevette soltanto 106 voti, mentre il record è detenuto da Jean-Pascal Delamuraz e Ueli Maurer, entrambi ottennero 201 voti rispettivamente nel 1988 e nel 2018.
Con Amherd, il canton Vallese sarà rappresentato per la quinta volta alla testa della Confederazione. L'ultimo a ricoprire la carica è stato Pascal Couchelin nel 2008.
A 61 anni, la vallesana è la sesta donna a presiedere la Confederazione dopo Ruth Dreifuss (1999), Micheline Calmy-Rey (2007 e 2011), Doris Leuthard (2010 e 2017), Eveline Widmer-Schlumpf (2012) e Simonetta Sommaruga (2015 e 2020).
Nata nel 1962, avvocatessa e notaia, nubile e senza figli, Amherd ha cominciato l'attività politica con l'allora PPD (ora Alleanza del Centro) nel 1992, con l'elezione nell'esecutivo comunale di Briga. Diventa vicesindaca nel 1996 e sindaca dal 2000 al 2012.
Nel 1999 è in lizza per la successione in Consiglio di Stato del socialista Peter Bodenmann. Viene battuta dal socialista Thomas Burgener e manca l'occasione di diventare la prima donna nell'esecutivo cantonale vallesano.
Anche a livello federale entra in politica dalla porta di servizio: arriva in Consiglio Nazionale nel 2005, come prima subentrante sulla lista PPD per rimpiazzare Jean-Michel Cina, eletto in Consiglio di Stato. Il 5 dicembre 2018 viene eletta il Consiglio federale, dove dal primo gennaio dell'anno seguente dirige il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS).
Keller-Sutter vicepresidente
L'Assemblea federale ha oggi proceduto anche all'elezione di Karin Keller-Sutter alla vicepresidenza del Consiglio federale. Alla sangallese sono andati 138 voti su 196 schede valide.