I tentativi di UDC e PLR di far entrare dalla porta di servizio la possibilità di realizzare nuove centrali nucleari sono stati rintuzzati
BERNA - Per dare slancio alla transizione energetica, le procedure di pianificazione e autorizzazione per la realizzazione di impianti idroelettrici, solari ed eolici di importanza nazionale devono essere rese più celeri.
È quanto prevedono diverse modifiche di legge adottate oggi dal Consiglio nazionale per 137 voti a 56 e 3 astenuti. I tentativi di UDC e PLR di far entrare dalla porta di servizio la possibilità di realizzare nuove centrali nucleari sono stati rintuzzati dal plenum.
Quest'ultimo, forte anche delle affermazioni degli ambienti che operano nel settore, hanno sostenuto che simili strutture non sarebbero redditizie. Un "sì" alla costruzione di nuove centrali atomiche avrebbe inoltre messo a repentaglio l'intero progetto. Il dossier va agli Stati.
Tutti i gruppi parlamentari, a eccezione dei democentristi, sono del parere che le attuali procedure di autorizzazione debbano essere snellite e le possibilità di presentare ricorsi limitate, almeno per gli impianti di interesse nazionale. Oggi possono essere necessari fino a vent'anni per ottenere un'autorizzazione.
«Il parco eolico di Ste-Croix (VD), entrato in funzione quest'anno, ha impiegato 25 anni per produrre il suo primo KWh. Non possiamo andare avanti così», ha dichiarato in aula Roger Nordmann (PS/VD). Per Christine Bulliard-Marbach (Centro/FR) è indispensabile accelerare le procedure per il successo della transizione energetica.
Concretamente, in futuro i Cantoni potrebbero far capo alla procedura di approvazione accentrata. Avranno 180 giorni di tempo per prendere una decisione una volta presentato un progetto. I permessi cantonali e comunali necessari per la costruzione dovranno essere rilasciati in un'unica procedura per evitare che un progetto venga suddiviso in varie fasi. In caso di ricorso, i tribunali avrebbero 180 giorni per prendere una decisione.
Accelerare l'autorizzazione per le centrali idroelettriche di interesse nazionale
Rispetto al progetto dell'esecutivo, rappresentato in aula dal "ministro" dell'energia, Albert Rösti, il Consiglio nazionale ha apportato alcune modifiche, rispettando tuttavia globalmente l'ossatura del disegno di legge. In particolare, il Nazionale vuole coinvolgere maggiormente i Comuni nelle procedure di approvazione. Inoltre, vuole accelerare anche le procedure di autorizzazione per le centrali idroelettriche di interesse nazionale.
Il Consiglio federale aveva escluso questo settore dalla procedura accentrata su richiesta dei Cantoni e dell'industria elettrica. Quest'ultima aveva espresso una preferenza per l'attuale procedura in due fasi.
Diritti di ricorso limitati
Un altro tema sensibile riguarda i diritti di ricorso, in parte limitati. Le organizzazioni locali e cantonali non potranno più presentare ricorsi. Tale diritto spetterà unicamente alle organizzazioni attive a livello nazionale, come il WWF, Pro Natura e la Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio, nonché ai Cantoni e ai Comuni in cui si trovano i siti scelti per la realizzazione di impianti destinati alla produzione di energia pulita.
La destra avrebbe voluto inasprire ulteriormente le condizioni per inoltrare ricorso, fissando per esempio un tetto di aderenti - almeno 50 mila iscritti -, ma tutti i tentativi in tal senso sono stati respinti. Il campo rosso-verde ha messo in guardia dall'adottare regole più stringenti, pena il referendum, respingendo le accuse di coloro che vedono nelle organizzazioni ambientaliste degli ostacoli alla realizzazione di progetti energetici.