L'iniziativa a sostegno dei nostri anziani ha ottenuto la maggioranza dei Cantoni e ampio consenso in tutta la Confederazione.
BERNA - La tredicesima rendita AVS è diventata realtà. Nonostante la leggera flessione registrata nell'ultimo mese (da oltre il 70% fino al di sotto del 60% di preferenze), l'iniziativa ha infatti fatto breccia nel cuore della maggioranza degli svizzeri che l'ha approvata alle urne con il 58,2% dei voti. La rendita supplementare per i nostri anziani ha pure conquistato la maggior parte dei Cantoni (16 a 10). Un fatto, questo, fondamentale visto che essendo un'iniziativa che va a modificare la Costituzione federale richiedeva una doppia approvazione.
Dove vince il "sì" - La tredicesima AVS è stata approvata, dicevamo, dalla maggioranza di Cantoni. In Ticino il «sì» è stato espresso da addirittura il 71% dei votanti. Nella Svizzera francese ampissimo consenso nel Giura (82.54%) e Neuchâtel (78,44%) e iniziativa ampiamente accettata anche a Ginevra (75,48%), Vaud (74.40%), Friburgo (72.33%) e Vallese. (64.73%). Anche nella Svizzera tedesca diversi Cantoni hanno già approvato l'iniziativa, seppur meno nettamente rispetto alla Romandia. E allora a Basilea Città e Campagna si è ottenuto rispettivamente un 64,45% e 60,65%, a Soletta si è raggiunto il 58%, a Berna, Glarona e Sciaffusa il 56%, mentre a Zurigo, in Argovia e nei Grigioni l'iniziativa è stata accolta con dei sì risicati (52,09%, 52% e 51,7%).
E dove vince il "no" - Il campo del "no" comprende invece tutti i Cantoni della Svizzera centrale e diversi della Svizzera orientale: Appenzello Interno (68,55%), Obvaldo (59.53%), Zugo (58,08%), Svitto (57,59%), Uri (56,40%), Nidvaldo (56%), Appenzello Esterno (53,71%), Lucerna (53%), San Gallo e Turgovia (entrambi con il 51,26%).
LE REAZIONI:
«Il patto sociale funziona ancora» - «È un messaggio meraviglioso per tutti coloro che hanno lavorato tutta la vita», ha commentato così ai microfoni della RTS il presidente dell'Unione sindacale svizzera (USS) Pierre-Yves Maillard. «È il popolo che ha il potere in Svizzera. E sono molto fiero del nostro Paese e della nostra democrazia. Il patto sociale - ha aggiunto - nel nostro Paese funziona ancora». «Gli svizzeri hanno fiducia nel 1° pilastro».
«Vittoria del popolo» - Giosce ovviamente anche il PS che ora richiede una rapida attuazione della misura. «Il sì alla tredicesima AVS è una vittoria del popolo», ha sottolineato la co-presidente Mattea Meyer. «Compensa la perdita di potere d'acquisto delle persone in pensione ed è un primo passo verso la tutela del potere d'acquisto dell'intera popolazione». Il Partito socialista poi precisa che «nonostante una campagna multimilionaria per il "no"», i cittadini e le cittadine non si sono «fatti ingannare» e vogliono un primo pilastro forte, l'unico finanziato in modo solidale. «La gente vuole che le pensioni siano sufficienti per vivere. Questo sostegno a uno Stato sociale forte rafforza la determinazione del Partito Socialista Svizzero a opporsi ai tagli alle pensioni annunciati nel progetto di riforma della cassa pensioni», ha aggiunto la vicepresidente Valérie Piller-Carrard.
«Di fronte a un rompicapo» - Per il PLR, invece, la Svizzera si trova ora ad affrontare un «rompicapo», il finanziamento della misura approvata dal popolo, infatti, non è ancora stato definito. Per il partito liberale-radicale, gli iniziativisti hanno «deliberatamente» evitato di parlare del finanziamento di questa misura. «La sinistra è responsabile di questa manovra disonesta e deve ora proporre soluzioni credibili», ha criticato il partito in una presa di posizione. Il PLR rifiuta di tassare ulteriormente il ceto medio ed esclude qualsiasi ulteriore aumento delle imposte per finanziare l'AVS. Inoltre, non intende scendere a compromessi sul rispetto del freno all'indebitamento. Secondo il consigliere nazionale Olivier Feller (VD), la destra potrebbe essere stata troppo sicura di sé e aver sottovalutato gli avversari. «C'era anche un contesto probabilmente sfavorevole per noi», ha aggiunto Feller citando in particolare la difficoltà del Parlamento a riformare il secondo pilastro e la vicinanza del voto sull'AVS21 nel settembre 2022.
«Limitare l'onere per la classe media» - Pur essendo contrario a una tredicesima AVS perché basata sul principio dell'«annaffiatoio», l'Alleanza del Centro accetta il verdetto delle urne. Il partito vuole ora mantenere al minimo l'onere aggiuntivo per la classe media. «È in prima linea quando si tratta di sostenere l'onere del finanziamento della 13esima AVS. L'aumento dei contributi a carico dei dipendenti e l'aumento dell'IVA potrebbero indebolire notevolmente il potere d'acquisto dei lavoratori e della classe media», afferma il vicepresidente del partito Vincent Mitre. Dopo il "sì" alla tredicesima, la riforma del secondo pilastro, che sarà sottoposta a votazione quest'anno, è ancora più importante, sottolinea il partito. In particolare, le nuove misure miglioreranno le pensioni per le persone a basso reddito o con più lavori.
«Tolti soldi alle famiglie e ai lavoratori» - Per l'UDC il sì odierno alla 13esima AVS è la «fattura dello spreco di denaro del Parlamento federale». Lo sperpero di miliardi di tasse all'estero e nel settore dell'asilo da parte del centro-sinistra è stato la causa della vittoria del sì, sostiene la formazione politica. Il partito si rammarica dell'approvazione dell'iniziativa, ha annunciato domenica. Non incolpa l'alleanza dei partiti borghesi per il No, ma i promotori dell'iniziativa. Il risultato sarà un deficit finanziario dell'AVS di cinque miliardi di franchi e toccherà alla classe media pagare il conto. «La sinistra vuole rafforzare il potere d'acquisto ma toglie soldi dalle tasche delle famiglie e dei lavoratori».
«Un risultato atteso» - Il «sì» del popolo all'iniziativa per la tredicesima AVS non è una grande sorpresa, ha dichiarato la consigliera nazionale ginevrina Céline Amaudruz (UDC) alla RTS. A suo avviso, «la destra ha solo se stessa da biasimare e deve assumersi le proprie responsabilità». «Non siamo mai stati in grado di fornire risposte sull'AVS o sui costi della salute», ha ammesso la vicepresidente dell'UDC. «Ovviamente avevamo bisogno di un controprogetto su questo tema», ha aggiunto. «Se si dice no a tutto senza fare proposte, il risultato è questo». Amaudruz ha anche sottolineato che c'è molto da fare sul fronte dell'AVS, come ad esempio garantire che una coppia sposata possa ricevere lo stesso importo dei concubini, o rendere l'AVS esente da imposte.
Priorità al secondo pilastro - Per i Verdi liberali il sì alla tredicesima AVS non migliorerà le pensioni. A loro avviso, solo la riforma della previdenza professionale potrà migliorare la situazione dei lavoratori a tempo parziale o con più impieghi.«Le modifiche riguardanti il secondo pilastro potrebbero colmare le lacune pensionistiche di queste categorie», sostiene il partito che si è battuto contro la tredicesima AVS. Il Partito Popolare Evangelico, dal canto suo, ha chiesto che le giovani generazioni e le famiglie non siano gravate da maggiori imposte sul valore aggiunto o trattenute salariali per finanziare l'AVS. Il partito propone una tassa di successione a livello federale sulle grandi eredità
«Cartellino rosso per la destra» - I Verdi considerano il "sì" alla tredicesima AVS come un «cartellino rosso» alle decisioni dei partiti borghesi, che hanno combattuto l'iniziativa. Le promesse vuote non bastano più. Servono misure concrete per garantire una vita dignitosa in pensione, affermano.«Stiamo vivendo una domenica storica. L'elettorato vuole una Svizzera più sociale», scrive il partito in un comunicato. Parla di «giornata storica» anche l'Associazione dei pensionati Avivo, ringraziando una «Svizzera solidale e rispettosa dei suoi anziani».
Associazioni economiche «preoccupate» per le finanze - La direttrice di economiesuisse ha dichiarato di essere sorpresa dall'entità del "sì" all'iniziativa per la tredicesima AVS, ammettendo una «sconfitta». Monika Rühl è particolarmente preoccupata per la perdita del «contratto di solidarietà tra le generazioni». «Ora dovremo trovare soluzioni per il finanziamento in una situazione in cui sempre più persone hanno diritto a questa pensione e meno giovani contribuiscono», ha dichiarato alla RTS. L'Unione svizzera degli imprenditori «deplora» l'accettazione dell'iniziativa, «che non soddisfa le esigenze e graverà inutilmente sull'AVS, le cui finanze sono già in difficoltà». Si tratta di un'occasione mancata per fornire una base più stabile per il finanziamento del primo pilastro, a suo avviso. Per l'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM), il verdetto delle urne significa che la principale assicurazione sociale della Svizzera dovrà affrontare problemi di finanziamento ancora maggiori. Soprattutto le giovani generazioni si trovano a dover sopportare un pesante fardello. Anche Swissmem, l'associazione svizzera dell'industria metalmeccanica, si rammarica del "sì" all'iniziativa sindacale. Teme i costi aggiuntivi di «diversi miliardi» per le aziende e i consumatori, oltre a dolorose misure di riduzione delle spese in altri settori.
Modalità tutte da definire - Rendita mensile o annuale? Dopo il "sì" all'iniziativa per la tredicesima AVS, il Consiglio federale e il Parlamento dovranno definire le modalità di attuazione. Il testo dei sindacati tace su questo punto.
Come spesso accade per le iniziative popolari, il testo si limita ad affermare un principio: «I beneficiari di una pensione di vecchiaia hanno diritto a un'integrazione annuale pari a un dodicesimo della loro pensione annuale». Bisognerà stabilire se questo aumento (che corrisponde all'8,33% della pensione) verrà corrisposto mensilmente o annualmente. L'iniziativa precisa inoltre che il supplemento annuale non comporti una riduzione delle prestazioni complementari o la perdita del diritto a tali prestazioni. In termini pratici, la proposta comporterebbe un aumento mensile di 99 franchi per la pensione minima AVS e di 197 franchi per la pensione massima. Per le coppie, l'aumento sarebbe di 296 franchi per la pensione massima.
L'iniziativa deve essere attuata al più tardi entro il 2026. Il dibattito verterà anche sulla questione del finanziamento.