L'ex giudice federale dei Verdi, Brigitte Pfiffner, non è d'accordo sulla sentenza che ha dato ragione alle Anziane per il clima.
BERNA - L'ex giudice federale dei Verdi, Brigitte Pfiffner, considera «giuridicamente insostenibile» la sentenza della CEDU che ha dato ragione alle Anziane per il clima. A suo avviso, la Corte europea fa politica invece di interpretare la Convenzione dei diritti umani.
Nel caso delle Anziane per il clima, la Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) ha a malapena affrontato le questioni centrali nelle motivazioni della sentenza, ha dichiarato Pfiffner in un'intervista alla SonntagsZeitung.
Di origine zurighese, Brigitte Pfiffner ha 73 anni - è quindi a sua volta una «pensionata» come le Anziane per il clima - ed è stata giudice del Tribunale federale per circa dieci anni a partire dal 2008.
La CEDU era in particolare chiamata a stabilire quando un'associazione ha il diritto di presentare un reclamo e quale diritto umano sia stato violato nei confronti dell'associazione Anziane per il clima. «La questione è trattata in sole undici righe nella sentenza di 138 pagine». E la riposata è stata: «perché la questione è importante», sottolinea l'ex giudice federale.
Reputazione in declino
Non c'è stata nemmeno una risposta convincente alla domanda se e in quale misura la politica climatica svizzera abbia limitato il «Diritto al rispetto della vita privata e familiare» (sancito dall'Art. 8 della Convenzione sui diritti umani, ndr.) dell'associazione. «Per ragioni logiche, una risposta non ci può essere: Il diritto al rispetto della vita privata e familiare può essere riservato unicamente a una persona fisica», argomenta Brigitte Pfiffner.
«Con sentenze così politicamente colorate, la Corte sta minando la sua credibilità», afferma l'ex giudice. In molti Paesi, la reputazione della Corte è già in declino. In Germania, Austria e Inghilterra si discute se le sentenze della CEDU debbano ancora essere considerate vincolanti o solo come raccomandazioni.