Il Consiglio federale ha approvato oggi (senza commentarla) una mozione in tal senso, ma non intende denunciare la Corte.
BERNA - La Svizzera, insieme ad altri Stati partner, deve ricordare alla Corte europea per i diritti dell'uomo (CEDU) «la sua missione principale». In una risposta pubblicata oggi, il Consiglio federale ha accettato, senza commenti dettagliati, una mozione in questo senso del consigliere agli Stati Andrea Caroni (PLR/AR).
In dettaglio, la mozione chiede che la CEDU non possa ammettere i ricorsi di associazioni che perseguono scopi ideali né limitare i margini di apprezzamento degli Stati con una interpretazione spropositata dei diritti fondamentali. Si tratta nel dettaglio di negoziare un 17esimo protocollo che stabilisca regole vincolanti in materia.
La Svizzera non deve a ogni modo denunciare la CEDU. Il Consiglio federale ha respinto quattro mozioni in questo senso del gruppo UDC, del consigliere agli Stati Jakob Stark (UDC/TG) e dei consiglieri nazionali Lorenzo Quadri (Lega/TI) e Thomas Rechsteiner (Centro/AI).
Il governo ha riaffermato il proprio attaccamento all'appartenenza della Svizzera alla al Consiglio d'Europa e al sistema delle Convenzioni europee dei diritti umani. La denuncia nei confronti della CEDU nuocerebbe gravemente alla credibilità politica e alla reputazione della Confederazione. Oltre a questo, si rischierebbe un isolamento sul piano politico.