Secondo le accuse la nuova identità elettronica permetterebbe l'uso improprio di dati personali sensibili
BERNA - Anche il Partito pirata, un giorno dopo il movimento "no-vax" Mass-Voll, ha annunciato il lancio di un referendum contro l'identità elettronica. Lo schieramento politico dice no "a un pericoloso passaporto svizzero digitale".
La legge che instaura l'identità elettronica è stata accolta dal Parlamento durante la scorsa sessione invernale. La sua introduzione è prevista per il 2026, ma se la raccolta firme - iniziata oggi - riuscirà, gli svizzeri saranno chiamati ad esprimersi sull'oggetto. Per trovare le canoniche 50'000 sottoscrizioni, c'è tempo fino al 19 aprile.
Qualora dovesse davvero diventare realtà, il documento virtuale, gratuito e facoltativo, sarà utilizzabile tra le altre cose per richiedere un estratto del casellario giudiziario, una patente di guida o una prova di residenza. Ma sarà anche possibile un impiego nel mondo fisico, tramite un'applicazione per smartphone, ad esempio per dimostrare la propria età al momento dell'acquisto di alcolici.
Il Partito pirata però non ci sta. La nuova identità elettronica permette l'uso improprio di dati personali sensibili e non fornisce una protezione sufficiente contro il crescente numero di attacchi informatici, sostiene in una nota odierna. La legge viola quindi la privacy dei cittadini e mette a repentaglio le loro libertà democratiche.
La formazione ritiene inoltre che il vero scopo di questa novità "rimane un mistero". A suo dire infatti, per i possibili impieghi menzionati come le procedure amministrative e la verifica dell'età, esistono già validi strumenti: nel primo caso un sistema di login per i siti della Confederazione, nel secondo la tradizionale carta d'identità.
Secondo il partito, grazie a tale mezzo digitale aziende private potranno raccogliere, collegare e analizzare dati a loro piacimento e tracciare profili comportamentali dei cittadini. Essi potrebbero poi essere utilizzati a fini pubblicitari o d'influenza politica.
Anche i comitati degli Amici della Costituzione e di Aufrecht hanno deciso - all'unanimità, si legge in un loro comunicato - di lanciare un referendum. A loro avviso, la trasformazione digitale offre innegabilmente delle opportunità, ma comporta anche notevoli rischi per l'ordine democratico e liberale. L'introduzione dell'identità elettronica comporta il rischio di creare un sistema di sorveglianza generalizzato, mettendo a repentaglio la libertà personale e la protezione dei dati.