L'Astag attacca l'Ufficio trasporti per aver dato via libera alla (svizzerotedesca) Domo e il direttore dell'azienda ticinese denuncia l'invasione di pullman dall'Italia
CADENAZZO - «Ci sentiamo ogni giorno presi in giro. Questa è sempre più una giungla. Un mercato selvaggio che trabocca di pullman con targhe straniere». A sfogarsi è Mattias Bassi, il direttore di Giosy Tours, la ditta che a fine 2018 si vedrà scadere la concessione per il trasporto dei passeggeri tra il Ticino e l’aeroporto di Malpensa (e Berna sembra intenzionata a non rinnovare il permesso per favorire la ferrovia). «Non ci sentiamo rispettati - afferma Bassi -. Già in passato la concessione ci veniva rinnovata di anno in anno. Una situazione che rende impossibile ogni tipo di investimento».
Il responsabile della ditta di Cadenazzo non è il solo sul piede di guerra. La notizia che l’Ufficio federale dei trasporti (Uft) ha dato luce verde alla Domo Swiss Express Sa per tre autolinee nazionali a lunga percorrenza ha provocato ieri anche la reazione dell’Astag. Il presidente degli autotrasportatori ticinesi, Waldo Bernasconi, parla apertamente di due pesi e due misure: «Alle ditte con targa svizzero-tedesca l’Uft concede il diritto nascosto di praticare la libera concorrenza alle nostre ferrovie mentre con le ditte ticinesi si parla di un monopolio delle ferrovie inattaccabile».
Per il direttore di Giosy, invece, non esiste solo una disparità di trattamento. Bassi punta infatti il dito contro la concorrenza sleale dei pullman italiani: «Bellinzona e Lugano traboccano di bus stranieri che arrivano qui per caricare passeggeri ticinesi e poi ripartire. Le corse vengono organizzate via internet ed effettuare i controlli è molto difficile».