Ha spostato l'ufficio in un sotterraneo di via al Portone, nella capitale. E ha fatto un nuovo fallimento. Ma questa volta il 30enne R.B. è stato denunciato per truffa
BELLINZONA - In un sotterraneo di viale Al Portone, a Bellinzona, c'è una porta dietro a cui da qualche mese si è rifugiato l'insolvente seriale R.B. L'ufficio è ricavato da un ex ripostiglio, tra le cantine degli altri inquilini del palazzo. «Ha chiesto di potersi trasferire qui sotto, per non essere disturbato» racconta il custode.
Recidivo - Il 30enne titolare di un'agenzia informatica è una vecchia conoscenza di tio.ch/20minuti. Avevamo raccontato il suo caso a ottobre scorso: accusato da fornitori e dipendenti di averli lasciati al verde, aveva promesso di «chiarire ogni cosa». Invece sembra non avere perso il vizio. Sul suo conto la Procura di Lugano ha aperto un'indagine con l'accusa di truffa e furto, che si aggiunge a un procedimento analogo in Italia.
«Lo cercano in tanti» - Stesso trucco di emanare bonifici falsi, di fallire per riaprire la stessa ditta (con nome diverso) pochi giorni dopo. Una prima volta a settembre scorso, ora ci riprova: fallito il 30 maggio, al registro di commercio si ri-iscrive il 6 giugno. Anche l'indirizzo è lo stesso – via al Portone – e persino il numero di telefono. Bussiamo, ma non apre nessuno. «Arriva spesso gente a chiederci di lui, ma non c'è mai» spiegano i vicini di casa.
Aperta un'indagine - Ricerca inutile per i creditori. Da noi contattati, diversi si dicono «rassegnati» sulla possibilità di rivedere i propri soldi. L'imprenditore varesotto Fabio Contini ad esempio afferma di avere «perso quasi 40mila franchi» per colpa di R.B. «Ha collaborato alcuni mesi con la mia azienda, creando un buco e danni in modo fraudolento». Sulla vicenda indaga da aprile la Procura di Lugano, che al riguardo non fornisce dettagli.
«Ci siamo fidati» - Ma la fama del furbetto è arrivata fino a Palermo, dove una denuncia è pendente in Procura dall'anno scorso (sempre per truffa). «Gli abbiamo spedito materiale per circa 8mila euro, ricevendo in cambio dei falsi giustificativi di pagamento» racconta Emanuel Gebbia di Pubblicarrello.com, e-commerce palermitano di abiti e gadget. «Ci ha contattato dal Ticino, dove abbiamo da sempre tanti clienti e mai nessun problema. Ci siamo fidati». Evidentemente, però, certi furbetti ci sono anche da noi. E hanno anche vita facile.