La scossa arriva da Svizzera Turismo che punta sempre più sulle esperienze locali, possibilmente all’aria aperta. Il tour con lo specialista Claudio Visentin, alla scoperta delle “nostre” chicche.
BELLINZONA – Si fa presto a dire, venite a sud delle Alpi in autunno. La campagna recentemente lanciata in pompa magna da Svizzera Turismo, e promossa anche in Ticino, solleva più di un interrogativo. Il Ticino è davvero in grado di offrire qualcosa ai suoi visitatori anche in autunno? La risposta è sì. Anche se alcune attività si scontrano con prezzi proibitivi. Altre, invece, sembrano troppo di nicchia. «È un progetto nuovo – dice Claudio Visentin, docente di storia del turismo all’Università della Svizzera italiana –. E merita fiducia. Finora il Ticino, con la sua etichetta di “Sonnenstube”, era abituato a ragionare solo in ottica stagionale».
Lo scarico della grà – Il viaggio di Tio/ 20 Minuti parte dalla Vallemaggia. E più precisamente da Moghegno, località in cui il turista può scoprire come funzionava una grà ticinese. Riscoprendo così la tradizione dell’essicazione e della conservazione delle castagne, che per decenni ha contraddistinto la vita degli abitanti della valle. Lo scarico della grà, quest’anno, è previsto per la mattinata di giovedì 9 novembre.
La paura dell’effetto zoo – «Iniziative come questa sono fantastiche – precisa Visentin –. Anche se a volte temo l’avanzare della cementificazione e che il Ticino turistico si trasformi in una specie di zoo, in cui i visitatori vengono a vedere come eravamo e non come siamo. Ecco perché è importante mantenere vivo nel presente quel che eravamo nel passato. I ticinesi se ne devono rendere conto».
CromoTicino – Una tavolozza di colori. Così Ticino Turismo definisce il Ticino d’autunno. Con il chiaro intento di puntare sulle attività “open air”. Sul Monte Generoso, tanto per fare un altro esempio, si spingono le nevère, particolari costruzioni in pietra che si trovano solo sugli alpi del Mendrisiotto. Un tempo le nevère servivano per conservare il latte in attesa della lavorazione.
Voglia di esperienze – Ticino Turismo, con il suo nuovo brand, ha deciso di puntare molto sulle storie di personaggi locali. Uno di questi è il viticoltore Carlo Crivelli, che con Enrico Trapletti gestisce la cantina Fumagalli Vini di Balerna. Nell’azienda è possibile visionare i macchinari più recenti e capire da vicino come si produce un vino di qualità. Ad Ascona, invece, il clienti del Castello del Sole vengono frequentemente accompagnati tra le vigne dei Terreni alla Maggia, con il direttore dell’azienda agricola a fare da Cicerone.
Massaggi alle castagne e corsi di cucina – Curiose le proposte autunnali del Kurhaus di Cademario. Il centro wellness, ad esempio, viaggia a mille con i suoi (costosi) massaggi a base di castagne. Alla Casa Santo Stefano di Miglieglia, nel Malcantone, invece, Erica Bänziger, nutrizionista e autrice di libri, propone corsi di cucina con prodotti autunnali.
Una clientela che spenda – «Ad alcuni potrebbero sembrare proposte élitarie – fa notare Visentin –. Ma il Ticino non deve pensare solo ai numeri, bensì alla qualità dei turisti che ospita. Pochi turisti nel luogo giusto possono essere importanti. Mentre la massa non serve a nulla se poi non spende sul posto».
Evviva i mezzi pubblici – Attraverso il progetto Railaway SBB, le FFS lanciano una serie di sconti per i propri clienti. Il Monte Generoso, le Centovalli, Cardada-Cimetta. Località che diventano più economiche, se raggiunte con i mezzi pubblici partner dell’iniziativa. Promozioni in corso anche sul lago di Lugano. «Abbiamo bisogno di turisti che viaggino a basso impatto ambientale – commenta lo specialista –. Iniziative simili sono da moltiplicare».
Tracce storiche e cultura – Intanto, Svizzera Turismo sta spingendo quattro tipologie diverse di tour su suolo rossoccrociato. Uno per regione. Quello ticinese mette l’accento sulle bellezze naturali, ma anche sui villaggi rurali, sulle tracce storiche e, non da ultimo, sugli eventi. La carrellata di proposte è suggestiva: si passa dall’Autumn Flavours di Lugano alla sagra della zucca di Castel San Pietro, dalla rassegna del piatto nostrano della Valle di Muggio alla Fiera di San Martino di Mendrisio.
Incubo pioggia – Il vero problema si verifica, tuttavia, quando piove. A quel punto, la forchetta delle opzioni si riduce. Il Ticino può contare sulle offerte termali e ricreative dello Splash & Spa di Rivera e del Centro Termali Salini di Locarno. Così come sul calendario culturale del LAC di Lugano, o del Teatro Sociale di Bellinzona. Sui castelli di Bellinzona, su quello di Locarno. Oppure, sui suoi 94 musei e centri culturali. In alcuni casi, però, tutto questo potrebbe anche non bastare.
Il digitale che non aiuta – «Il problema non è solo ticinese – afferma Visentin –. È mondiale. Dobbiamo smetterla di pensare che solo in Ticino non si sappia cosa fare quando è brutto tempo. Accade anche altrove». Con una complicazione ulteriore tipica dell’era digitale. «Oggi tutti sono collegati col cellulare alle previsioni meteo. Un’esasperazione che provoca, spesso, l’annullamento all’ultimo momento di vacanze brevi, tipiche dei soggiorni nella Svizzera italiana».