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CANTONE«In Svizzera siete ciechi, dovete stare attenti!»

16.07.19 - 06:11
Sono le parole dell'ex magistrato antimafia Pietro Grasso. E la giornalista indipendente Madeleine Rossi ci parla della mafia nel nostro paese: «Si può fare di più»
Tipress
«In Svizzera siete ciechi, dovete stare attenti!»
Sono le parole dell'ex magistrato antimafia Pietro Grasso. E la giornalista indipendente Madeleine Rossi ci parla della mafia nel nostro paese: «Si può fare di più»

LUGANO - «Per parlare della mafia italiana in Svizzera ci vorrebbe un libro di cinquecento pagine, lo scriverò l’anno prossimo». È quanto ci dice la giornalista indipendente Madeleine Rossi, autrice di un recente rapporto sul fenomeno che nel nostro paese «è più diffuso di quanto si voglia credere». Certo, è difficile portare degli esempi concreti. In primis c’è però l’arresto, negli scorsi anni, dei membri di una cellula della ‘Ndrangheta a Frauenfeld, nel Canton Turgovia. E in Ticino? «Rispetto al resto della Svizzera, la presenza della mafia si percepisce in ogni angolo».

In che senso?
«Si ha la sensazione che ci sia qualcosa che non va, ma non si hanno le prove. Il fenomeno è comunque presente nella ristorazione. Si pensi per esempio al caso dei mafiosi che importavano vino. Poi ci sono bar che sono sempre vuoti ma che vanno comunque avanti… la sensazione è che ci sia qualcosa di strano».

È mai stata in questi bar?
«Ci sono stata… sono bar alla moda, ma non c’è mai nessuno o poche persone. Qualcosa non torna. Non ho però prove concrete».

E ritiene che in Svizzera il problema sia più importante di quanto si creda…
«Me l’aveva fatto notare l’ex procuratore antimafia Pietro Grasso, che mi diceva: “In Svizzera siete ciechi, dovete stare attenti, dovete alzare il livello di guardia”».

Da qui il suo rapporto sulla mafia italiana in Svizzera.
«È un’idea nata all’epoca in cui lavoravo con la Fondazione Caponnetto a Firenze, che pubblica report analoghi per l’Italia. Per la Svizzera mi sono appoggiata a un lavoro di master, che era arrivato alla conclusione che contro il fenomeno si potrebbe fare di più».

E la politica cosa fa?
«Spulciando gli atti parlamentari, si constata che ci sono alcuni (pochi) deputati, soprattutto ticinesi, che si interessano alla questione. Ma altri reagiscono soltanto quando succede qualcosa nel proprio cantone. È il caso dei latitanti presi in Vallese: soltanto in quel momento era stato interpellato il Consiglio federale».

Secondo lei, i cittadini invece come percepiscono il fenomeno?
«C’è chi ti ride in faccia, dicendo “Ma dai, la mafia alle nostre latitudini...” Se nella popolazione si rileva una scarsa sensibilità, in genere è dovuto anche al fatto che non se ne parla abbastanza. Le autorità svolgono un lavoro importante, ma purtroppo non viene pubblicizzato. Non è come in Italia, dove i magistrati antimafia vanno in tv per parlare del lavoro svolto».

Come mai non si fa di più?
«Forse anche a livello federale non si valutano tutti i rischi. Oppure si pensa che la Svizzera sia protetta a sufficienza. Però quando se ne parla con gli addetti ai lavori, loro dicono che avrebbero bisogno di più forze. Si potrebbero almeno prevedere delle formazioni annuali a cui partecipano gli ufficiali della polizia cantonale di tutti i cantoni. Basterebbe poco per alzare il livello di guardia e rafforzare le competenze».

Un cittadino come può invece agire per contrastare il fenomeno?
«Nelle comunità italiane c’è molta omertà. È usuale che quando accade qualcosa, gli altri vogliano vivere in pace. Ma bisogna parlarne per permettere di superare lo stereotipo secondo cui l’italiano è un mafioso. Per i cittadini non italiani, il consiglio è di smetterla di non prendere sul serio la questione della mafia».

Lei ha dunque scritto un rapporto di cento pagine sulla mafia in Svizzera. Qual è stata la principale difficoltà?
«Soprattutto il fatto che in Svizzera le fonti ufficiali sono tutte anonimizzate: nelle banche dati si trovano tutte le sentenze, ma mai i nomi. In Italia, invece, la documentazione contiene vita, morte e miracoli di chiunque. Allora è stato necessario incrociare tutti i dati. Per compilare un elenco di una cinquantina di persone legate alla mafia, ci sono voluti quattro giorni soltanto per verificare nomi e cognomi».

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COMMENTI
 

GI 5 anni fa su tio
la scoperta dell'acqua calda quella dei bar vuoti che vanno comunque avanti.....signorina quanto le manca in cassa oggi ? beh tipi 50 bibite che le porto il contante domani....stessa solfa dicasi per taluni ristoranti.....forse controlli un tantino più rigorosi sui libri di cassa...non farebbero male.....a patto di non accettare la bibita ...ovviamente !

anndo76 5 anni fa su tio
Risposta a GI
be' se le banche hanno e continuano ad accettare soldi di questi soggetti ( con la complicita' di avv, fisuciari etcetc ) di cosa ti meravigli ? mi sembra che i permessi B etc e le licenze le diano le autorita'...o sono ceche o colluse

F/A-18 5 anni fa su tio
Risposta a anndo76
Pur avendo opinioni simili circa questo argomento vorrei fare la seguente affermazione, la mafia da quando esiste ha sempre cercato agganci all'interno dello stato, c'è un intreccio che non si può sciogliere, in Italia era il partito democristiano con a capo Andreotti che ha trovato un'accordo per oliare i meccanismi, poi è arrivato quello di Arcore eccetera eccetera. I soldi sopra tutto spianano le strade, i soldi sono il vero potere è con quelli ti compri tutto o quasi. Per me la mafia così come le ingiustizie si combattono con la coscienza, con l'istruzione, speriamo nelle nuove generazioni.

gigipippa 5 anni fa su tio
Sembra quasi un Cantone in svendita, per chi ha soldi che non può tenere nelle banche.

Bayron 5 anni fa su tio
Bisogna spiegarlo a quegli incompetenti del MPC!!

moma 5 anni fa su tio
Centro città, bel ristorante accogliente, si mangia bene, sabato sera. Presenti 4 gatti. Quasi sempre cosi. In centro città l'affitto non è pochino. Qualche domanda me la faccio, mafia o non mafia.

moma 5 anni fa su tio
Penso che per far si che la mafia prenda mano da noi, da noi ci deve essere chi la introduce nella nostra organizzazione. I contatti di cui la mafia ha bisogno. Nei settori importanti.

castigamatti 5 anni fa su tio
negli ultimi anni hanno aperto parecchi ristoranti, tutti gestiti da italiani del sud... Non é vero che il cittadino non conosce la situazione, se ne parla eccome. Sono le autorità che preferiscono tenere gli occhi bendati

anndo76 5 anni fa su tio
Risposta a F/A-18
concordo ! in quanto, a mio sapere, per avere i permessi B e C devi produrre il casellario giudiziario e carichi pendenti no ? per cui lo vedi se uno ha precedenti etc. se gli viene rilasciato cmq allora c'e' qualche cosa di sospetto come evidenzi giustamente tu.

anndo76 5 anni fa su tio
Risposta a F/A-18
giusto. la mafia prospera solo dove trova collusione, intreggi, coperture etc. il resto e' delinquenza. la vera mafia porta giacca e cravatta, non ha interessi a sparatorie,scandali etc accenderebbe i riflettore su se stessa a proprio discapito. Falcone e Borsellino avevano sempre detto questo e di seguire i soldi....ma a quanto pare i soldi, come sempre, vanno oltre le morali e coscienze degli uomini...purtroppo

F/A-18 5 anni fa su tio
Risposta a anndo76
E visto che le nostre banche sono piene di questi soldi ora è tempo di spenderli od investirli se così si può dire, in effetti è quello che sta succedendo.

centauro 5 anni fa su tio
Risposta a anndo76
Parole sante!!!

F/A-18 5 anni fa su tio
Risposta a F/A-18
La soluzione è la creazione urgente di leggi federali antimafia che garantiscano, una volta provato il reato con metodo mafioso, la confisca dei beni. Penso che ci sarebbe molto lavoro da fare ma un'ultima analisi lo stato ci guadagna con gli interessi.

centauro 5 anni fa su tio
Risposta a F/A-18
Investire questi "tesori" in prevenzione e mezzi per combattere certe organizzazioni magari con la creazione di leggi speciali e molto severe.

anndo76 5 anni fa su tio
Risposta a F/A-18
concordo in pieno ! ma qui sembrano tutti ciechi...

castigamatti 5 anni fa su tio
nella ristorazione a Lugano é palese... Società anonime in mano a italiani che aprono ristoranti alla moda. Un personaggio in particolare che a Lugano ha aperto e chiuso decine di ristoranti (anche in Piazza Riforma) e ad un certo punto é sparito dalla circolazione... Voci di piazza dicono che é scappato all'estero... Tutto ciò succede sotto gli occhi di Polizia e autorità...

pillola rossa 5 anni fa su tio
Il Commissario Cattaneo ha dato la vita per questa causa.

Ben8 5 anni fa su tio
Ristorazione, edilizia, canapa e prostituzione

Evry 5 anni fa su tio
Certo, le nostre autorità competemnti dormono tranquillamente sulle nuvole a ciel sereno
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