A cento giorni dall'attivazione del collegamento le FFS affermano che il numero dei passeggeri «è in linea con le aspettative»
LUGANO - Tra ritardi, scioperi e altri problemi, per il collegamento ferroviario tra il Ticino e l’aeroporto di Milano Malpensa la partenza non è stata facile. A cento giorni dalla sua attivazione, le FFS sostengono però che «le cifre sono in linea con le aspettative». Ma è presto per fornire dati relativi all’intera tratta (bisogna attendere il prossimo dicembre). «Si può dire che tra Ferno e Malpensa (l’ultimissima porzione del collegamento, ndr) nei giorni feriali si contano circa ottocento passeggeri, nei fine settimana circa settecento» afferma il portavoce Patrick Walser, che aggiunge: «Si prevede una crescita continua nel corso dei prossimi anni».
In pieno periodo di vacanze il servizio si è comunque dovuto confrontare con due scioperi in territorio italiano: a giugno e a luglio è così stata «compromessa la qualità del collegamento». I passeggeri, assicurano le FFS, hanno in tali occasioni potuto contare su soluzioni alternative «con un servizio di bus sostitutivi».
Nel corso dei primi cento giorni erano pianificati 3’528 treni. Di questi ne sono stati soppressi 68. Venti a causa dei due scioperi. I collegamenti saltati sono comunque stati meno del 2% di quelli previsti (1,9%, per la precisione). E sul fronte dei ritardi, le FFS ci dicono che l’87% dei treni è giunto a destinazione puntuale. Un dato, questo, che si basa sul margine di puntualità italiano nel traffico regionale, che tollera un ritardo di al massimo cinque minuti e mezzo.
Il treno senza fermate «non è previsto» - Tra i viaggiatori c'è ancora perplessità per il tempo di percorrenza del treno: da Lugano al Terminal 1 dello scalo milanese si impiega un’ora e 36 minuti. E fino alla destinazione ci sono sedici fermate. Una situazione che resterà tale, in quanto «né la committenza (Cantone Ticino e Regione Lombardia) né le FFS prevedono di introdurre un servizio senza fermate tra Mendrisio e Malpensa». Un collegamento del genere «andrebbe peraltro a snaturare un’importante caratteristica di questo servizio, ovvero la sua capillarità nelle stazioni del traffico regionale dal Ticino all’aeroporto» ci dice il portavoce Walser.
Bus quasi al capolinea - Non mancano quindi i viaggiatori che per raggiungere lo scalo milanese preferiscono ancora l’auto oppure il bus. Un’alternativa, quest’ultima, che ha però i giorni contati: i collegamenti su gomma saranno infatti interrotti dopo il 31 dicembre 2019, con la scadenza della relativa concessione. L’obiettivo dell’Ufficio federale dei trasporti è di permettere il consolidamento dell’offerta ferroviaria. Tra tre anni la Confederazione potrebbe poi valutare il rilascio di nuove concessioni per i bus.