Dal 1. gennaio 2020 tra il Ticino e lo scalo milanese i bus non potranno più circolare. E sul collegamento ferroviario sarà aggiunta una corsa serale la domenica
LUGANO - «Il desiderio più grande di un viaggiatore che arriva a Malpensa dopo quattro ore di volo è trovare un mezzo per tornare a casa. Scoprire che dopo un certo orario non esiste nessun collegamento ferroviario per Lugano, fa crollare anche le ultime forze».
È la situazione che hanno vissuto due viaggiatori ticinesi arrivati domenica 17 novembre alle 23.15 a Malpensa, di rientro da una vacanza in Spagna. «Fortunatamente a mezzanotte c’era un bus della Giosy Tour che ci ha portati a Lugano. Mi chiedo come avremmo fatto se non ci fosse stato questo servizio, e visto che da gennaio i bus non ci saranno più per chi dovesse arrivare a Malpensa in tarda serata sarà un bel problema».
Verso lo stop dei bus - La vicenda porta di nuovo sotto i riflettori l’annosa questione dei collegamenti con lo scalo milanese. Come noto, a partire dal 1. gennaio 2020 nessuna delle quattro attuali imprese di trasporto su gomma (due elvetiche e due italiane) avrà più la concessione federale per effettuare viaggi tra il Ticino e Malpensa. A partire da allora, all’aeroporto si arriverà quindi soltanto in treno e in auto.
Il primo e l'ultimo treno - Il collegamento ferroviario diretto con partenza da Bellinzona, attivo dallo scorso 9 giugno, permette di raggiungere il Terminal 1 di Malpensa al più presto alle 6.41 (per il Terminal 2 si parla invece delle 6.47). L’arrivo si può anticipare di un’ora prendendo un treno con cambio a Mendrisio. Mentre per il rientro in Ticino, l’ultimo convoglio parte dall’aeroporto alle 23.13 (Terminal 2) o alle 23.19 (Terminal 1). Soltanto la domenica è invece anticipato alle 22.13. Con i bus attualmente si riesce ad arrivare all’aeroporto già alle 5 del mattino e a rientrare al più tardi a mezzanotte.
Circa cinquanta voli off-limits - Di fatto chi sceglie il treno non ha la possibilità di prendere circa una trentina di voli del mattino (considerando l’arrivo allo scalo circa due ore prima del decollo) e deve escludere una ventina di voli per il rientro. Si tratta di una cinquantina di voli degli oltre cinquecento che quotidianamente servono l’aeroporto milanese.
In treno su tutti i voli intercontinentali - «L’orario implementato permette di coprire il 90% dei voli totali su Malpensa e il 100% di quelli intercontinentali» ci spiega Patrick Walser, portavoce delle FFS. Per ora non è previsto un vero e proprio aumento delle corse. A partire dal prossimo cambio orario del 15 dicembre 2019, comunque, il collegamento con partenza alle 23.13 dallo scalo sarà introdotto anche la domenica. «L’orario - sottolinea il portavoce - viene stabilito dai committenti Cantone Ticino e Regione Lombardia (coloro che sovvenzionano il servizio), coordinandosi con Trenord e FFS».
Questione di concorrenza - I collegamenti bus, come detto, saranno interrotti dopo il 31 dicembre 2019. Si tratta di una decisione dell’Ufficio federale dei trasporti per permettere, è stato spiegato in più occasioni da Berna, il consolidamento dell’offerta ferroviaria. Dopo tre anni, la Confederazione potrebbe poi valutare il rilascio di nuove concessioni per i bus. Ma, come prevede l’Ordinanza federale sui trasporti, dovrà essere appurato che il trasporto su gomma non pregiudichi «l’esistenza, sui tratti interessati, di un’offerta di trasporto comparabile coperta da uno o più contratti di pubblico servizio (in questo caso la ferrovia, ndr)».
La petizione online - In vista dell’imminente scadenza delle concessioni, di recente si sono anche mobilizzati i cittadini. È infatti stata lanciata una petizione online che chiede il mantenimento dei bus (sono già oltre quattromila le sottoscrizioni). Il promotore parla di un servizio ferroviario limitato e non sempre affidabile. E sottolinea, inoltre, che «togliendo il bus Ticino-Malpensa vi sarà un aumento di auto dirette all’aeroporto».
La posizione della politica -Sulla questione si è mossa a più riprese anche la politica ticinese, sia a Berna che a Bellinzona. In una recente interpellanza indirizzata al Governo federale (proprio ieri è arrivata la risposta), il consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri definiva il collegamento ferroviario con Malpensa come «un chiaro passo indietro». E sosteneva che «non è corretto né opportuno privare di proposito i viaggiatori sia dal Ticino che per il Ticino di un servizio per sostituirlo con un disservizio, e impedire alle aziende private di lavorare».