Al posto dell'edificio di via Poeta Francesco Chiesa vedranno la luce tre palazzine. Nonostante il suo indubbio fascino, per il Piano regolatore non si trattava di un bene culturale da proteggere
VACALLO - Un piccolo gioiello architettonico in mezzo a numerosi palazzi. Una villa storica in un quartiere residenziale contraddistinto da edifici moderni, ma un po’ anonimi. Ma che fra qualche giorno non esisterà più. Vacallo perderà Villa Foppa, per sempre.
Sul cantiere di via Poeta Francesco Chiesa sono infatti iniziati i lavori di demolizione della villa, che verrà sostituita da tre palazzine. «Purtroppo come Comune non avevamo gli strumenti per poter eventualmente intervenire ed evitare la demolizione della villa», ha spiegato il municipale Andrea Rigamonti. Vani anche i ricorsi inoltrati da alcuni privati al Consiglio di Stato. In effetti, nonostante il suo indubbio fascino, l’edificio non rientrava fra quelli degni di protezione secondo il Piano regolatore comunale.
I beni culturali da proteggere indicati nel Piano regolatore di Vacallo sono per la verità relativamente pochi. Fra questi ci sono quelli d’importanza cantonale (la Chiesa di S. Simone e Giuda), quelli d’importanza locale (la Chiesa di S. Croce, le due piccole cappelle di via Lironi e Casa Puccini, dove soggiornò il celebre compositore) e gli “edifici significativi”, fra i quali ci sono quattro ville - Bertola, Zürcher, Magnolia e Noseda - ma non Villa Foppa. Anche nel caso del giardino attorno alla casa, nessun albero era presente nella lista degli elementi naturali protetti.
«Il piano regolatore è piuttosto datato e al momento della sua approvazione, negli anni ‘90, purtroppo non c’era questa sensibilità rispetto agli edifici che possono essere considerati beni culturali», ammette rammaricato Rigamonti. Una situazione che in futuro però potrebbe mutare, visto che il masterplan sulla revisione generale del Piano regolatore prevede, fra i vari temi, anche quello della protezione degli edifici storici.
Ma per la nuova variante ci vorranno ancora anni. E fino ad allora altri edifici, tracce del nostro passato, potrebbero scomparire.