La preoccupazione di Nicola Bagnovini, direttore degli impresari: «Le imprese devono sapere per organizzarsi»
Tra i nodi da sciogliere nel caso di blocco, la questione dei salari, ma non solo. «Ho pensato anche di far anticipare le ferie collettive di agosto. Ma servirebbe l'accordo coi sindacati».
LUGANO - Sanità ed edilizia stanno col fiato sospeso. Quest’ultimo settore, da sempre, vive grazie ai lavoratori d’oltrefrontiera… Un blocco delle entrate avrebbe gravi ripercussioni: «Saremmo molto in difficoltà - dichiara a Tio/20Minuti Nicola Bagnovini, direttore degli impresari costruttori (Ssic Ti) -. Più della metà, per l’esattezza il 56% della nostra manodopera sui cantieri, è frontaliera. Sono oltre 3.800 lavoratori e parlo solo del settore principale della costruzione». La cifra non comprende infatti gli artigiani.
«Attendiamo notizie» - «Quindi sarebbe molto grave - prosegue Bagnovini -. Anche noi attendiamo notizie dalla politica e dal Dipartimento. Innanzitutto per sapere se domattina questi lavoratori entreranno o no in Ticino. Perché anche le imprese devono sapere come organizzarsi».
I salari e la salute - Molti sono gli scenari che vengono considerati in questo momento. «Non è semplice. Mi sentirò anche con i sindacati perché sul tavolo c’è anche una questione economica. Se ci fosse questo blocco il datore di lavoro non è tenuto a pagare i salari dei lavoratori fermi oltrefrontiera». Ma al di là di questo, continua Bagnovini, «c’è anche un problema di salute pubblica se arrivano questi lavoratori. Le imprese già hanno adottato dei provvedimenti per evitare di avere troppe persone in un solo posto». Vero che l’edilizia si svolge spesso all’aria aperta, ma «gli operai mangiano nella baracca di cantiere. Ci sono dei momenti in cui c’è comunque un contatto».
Anticipare le ferie agostane? Difficile - In attesa che arrivino risposte ai dubbi, si pensa alle possibili soluzioni. «Ho pensato addirittura alla possibilità di anticipare le vacanze collettive di agosto e farle ora. Ma sono problemi difficili da risolvere perché lo stesso codice delle obbligazioni impone di annunciare le vacanze con un certo anticipo». Insomma non è facile e servirebbe l’accordo coi sindacati trattandosi di prescrizioni contenute nel contratto collettivo.
Un documento per gli operai - Se blocco ci sarà, è inoltre importante che «ogni impresa contabilizzi le ore perse. Raccomanderò anche alle imprese di preparare un documento che certifichi ai frontalieri che sono impiegati qui in Ticino. A parte che hanno un permesso G. Ma non tutti l’hanno sempre con sé».
Un mese caldo - Bagnovini non fa previsioni. L’unica certezza è che l’eventuale blocco fino ad inizio aprile è molto lungo e l’edilizia non è ferma in questo momento. Anzi, «soprattutto nel genio civile l’intensità di lavoro in questo momento è elevata. Basti pensare ai cantieri autostradali. Anche lavori di una certa urgenza per cui uno stop di un mese non so se sarebbe sopportabile. Non solo per le imprese, ma per gli stessi committenti».
«A chi critica dico che...» - Infine, il direttore della Ssic Ti tiene a rispondere ad un rimprovero che circola in queste ore: «A chi dice:”Così imparate a dare lavoro solo ai frontalieri”, dico che non è così. La nostra percentuale di manodopera italiana sopra il 50 per cento è storica». Come storica rischia di essere anche la situazione odierna.