Intervista ad Andrea Papadia, primario in ginecologia e ostetricia presso l’ospedale Civico di Lugano (EOC)
Il medico: «La malattia si trasmette tramite le goccioline di Flügge. Non sono descritti casi di trasmissione verticale, in utero».
LUGANO - Sono incinta. È un problema nel periodo del nuovo coronavirus? Domanda che si stanno ponendo diverse donne anche nella Svizzera italiana. Per chiarire ogni dubbio, sulla questione tio/20minuti ha interpellato il professor Andrea Papadia, primario in ginecologia e ostetricia all'Ospedale Civico di Lugano (EOC).
Quante donne incinte sono risultate finora positive al test?
«Fino ad oggi una sola paziente è risultata positiva presso l’EOC. La paziente, asintomatica, è in quarantena a domicilio».
Quali misure sono disponibili se una donna incinta risulta positiva?
«La trasmissione del virus avviene attraverso le goccioline di Flügge (emesse ad esempio da uno starnuto, ndr). Non sono descritti casi di trasmissione verticale, in utero».
La mamma che ha avuto il Covid-19 ha il permesso di vedere il suo bambino subito dopo la nascita?
«Tutte le linee guida internazionali raccomandano di discutere del “rooming in” (la pratica secondo cui la culla del bambino è tenuta accanto al letto della madre) con la madre. La mamma dovrebbe però tenere la mascherina al fine di ridurre il rischio di contagiare il neonato. In casi di sintomatologia grave della madre può rendersi necessaria la separazione della madre dal neonato».
Le donne incinte possono attualmente ricevere visite o no? Il padre può essere presente in sala parto?
«Attualmente vi sono restrizioni in tutti i nostri ospedali relative alle visite ai pazienti, pazienti gravide incluse. Il padre può essere presente alla nascita, solo se asintomatico».
Nella Svizzera italiana ci sono abbastanza letti per le donne incinte al momento?
«In seguito alla riorganizzazione dei reparti legata all’epidemia di Covid-19 sono temporaneamente stati chiusi i servizi di ostetricia dell’Ospedale di Mendrisio e di Locarno. I reparti di ostetricia e di ginecologia stanno accogliendo le pazienti che avrebbero dovuto partorire in questi servizi senza problemi logistici».