Christian Demarta sforna il quinto volume di "Volabass": il ticinese tradotto in cinque lingue e in modo creativo
BELLINZONA - Non c’è due senza tre, si dice. Ma in questo caso non c’è quattro senza cinque. A due anni di distanza dall’ultima uscita torna “Volabass”, un nuovissimo vademecum delle tipiche espressioni vernacolari nostrane, scodellate con sapienti intingoli linguistici internazionali.
È Christian Demarta l’autore della raccolta, che accompagna alcuni dei più pittoreschi modi di dire del dialetto ticinese, tradotti e spiegati in italiano, francese, tedesco, inglese, spagnolo e romancio, con colorate illustrazioni divertenti.
Ecco qualche esempio, per stuzzicare la curiosità: “l’è un cünta ball nella traduzione letterale inglese diventa “he is a ball teller”. “Ciao Pèpp!” si trasforma in “!Adios José!”. Potete poi stabilire da voi il grado di vicinanza tra il nostro dialetto e il romancio dall’espressione “Lung sco la fom”, traduzione dell’autoctono “longh còme la fam”, caratteristica di alcuni ristoranti a corto di personale che ti fanno desiderare di “sortir des testicules” (ovvero “nà fö di ball”).
Sulla scia dell’entusiasmo suscitato dai primi quattro volumi (“Volabass e schiva i sass!”, “Volabass 2: sta schisch!”,“Volabass 3: mòcala lì!”, “Vola bass 4: fan ‘na pell”), l’ultimo nato - disponibile nelle librerie di Ticino e Moesano da martedì 20 ottobre - ne reitera la formula con rinnovata verve.