Sarebbero state definite le misure per permettere a frontalieri (ma non solo) di attraversare il confine su rotaia.
In precedenza i sindaci di Lugano, Varese e Como avevano lanciato un appello alle istituzioni.
LUGANO - Sarebbe stato raggiunto un accordo per scongiurare il blocco dei collegamenti ferroviari fra Svizzera e Italia. Come anticipa il portale varesenews, dopo un confronto telefonico tra il ministro dei Trasporti italiano Paola De Micheli e la consigliera federale Simonetta Sommaruga, sarebbero state definite le misure che permetteranno di non interrompere il servizio transfrontaliero.
«Si tratta di un decreto interministeriale tra i ministeri della salute, infrastrutture e interno per garantire i treni almeno per i frontalieri e chi si sposta per lavoro», ha spiegato il senatore Alessandro Alfieri. Stando alle prime informazioni, per i frontalieri basterebbe esibire il permesso di lavoro, per i lavoratori autonomi sarà necessaria l’autocertificazione, mentre chi si sposta per altri motivi dovrà essere munito dell'esito negativo del tampone.
Per quanto riguarda i ticinesi o gli italiani residenti in Svizzera che volessero andare in Italia in treno, al momento nulla è trapelato.
Sindaci in videochiamata - In precedenza i Sindaci di Lugano (Marco Borradori), Varese (Davide Galimberti) e Como (Mario Landriscina) si erano riuniti in videochiamata per condividere le preoccupazioni sulla sospensione dei collegamenti ferroviari fra Italia e Svizzera. E lanciare un appello comune alle istituzioni italiane e svizzere: «Non blocchiamo la circolazione dei treni tra i due Stati».
La decisione avrebbe infatti serie ripercussioni sul traffico e sulla qualità di vita nei rispettivi territori, già interessati dalla crisi determinata dalla pandemia. «La soppressione dei treni tra Svizzera e Italia è una scelta errata e vogliamo lanciare un appello affinché venga trovata al più presto una soluzione condivisa», hanno affermato Borradori, Landriscina e Galimberti.
Oltre all'impatto sulla qualità di vita, il blocco della circolazione dei treni avrebbe infatti effetti negativi sull'economia. «Disporre di un sistema di trasporto su rotaia a pieno regime significa agevolare le migliaia di persone che ogni giorno si spostano fra i due Stati per motivi di lavoro, oltre a garantire una maggiore sicurezza per fronteggiare l'emergenza sanitaria», viene sottolineato in una nota congiunta.