Il livello di pericolo è stato innalzato a 5 ("molto forte"). Le fiamme si propagano in fretta e è difficile intervenire
Cristian Gobbin, Sezione forestale (DT): «In questi casi si tratta o di negligenza o di piromania». Ecco quindi l'appello alla responsabilità.
LUGANO - Livello 5, pericolo molto forte. È un'allerta di quelle che si vede raramente quella diffusa nella tarda serata di ieri e valida per tutto il Ticino. Si tratta del pericolo di incendi di boschi.
La forte siccità, sommata al vento, nella giornata di ieri ha dato molto da fare ai pompieri. L'incendio boschivo divampato poco prima di mezzogiorno tra Bedano e Arosio (sul Monte Ferraro, sotto la zona Prato Grande) ha mandato in fumo circa un chilometro quadrato di bosco e impegnato un picchetto di militi per tutta la notte. Un altro importante rogo, in serata, è divampato nella zona dei Monti Mondini, sopra l'abitato di Purasca. Le opere di spegnimento sono proseguite fino a questa mattina.
Cosa implica, per la popolazione, l'innalzamento raro del pericolo al livello massimo? Che il divieto di accendere fuochi all’aperto (valido dal 25 febbraio 2021) è assoluto, quale prevenzione contro gli incendi boschivi. Un divieto che l'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM) invita la popolazione a osservare scrupolosamente. Gli incendi possono infatti scoppiare in un qualsiasi momento, la loro velocità di propagazione è molto elevata per lungo tempo. Si tratta di fuochi con temperature molto elevate e un ampio coinvolgimento delle chiome degli alberi, e propagazione su grandi distanze attraverso le scintille. Un incendio boschivo è quasi impossibile da spegnere. E se si avvista fumo sospetto, è bene segnalarlo tempestivamente.
«I due eventi di ieri confermano che il grado di allerta è alto, e anche giustificatamente - commenta l’ingegnere forestale Cristian Gobbin -. L'incendio sopra Bedano, anche e soprattutto a causa del vento, si è propagato molto in fretta. E ha causato problemi per l'intervento. C'era molto fumo e gli elicotteri hanno fatto fatica a intervenire».
Il livello di pericolo di incendi di bosco è passato da 4 a 5 proprio perché oltre alla siccità persistente è arrivato il forte vento da nord che rende ancora più pericolosa la situazione. Se scoppia un incendio, con il vento che secca l'aria si propaga velocemente. E non va sottovalutato, anche quando non intacca gli abitati. «Il bosco ha delle funzioni ben precise, tra cui quella di protezione - aggiunge Gobbin, nominato recentemente quale nuovo Capo dell’Ufficio forestale del 1° Circondario in seno alla Sezione forestale del DT -. Ogni incendio che va a colpire un bosco può mettere a rischio questa sua funzione. E si innescano dei processi di erosione superficiale che possono intaccare anche quello che sta sotto».
Ma da cosa partono le fiamme? «Nel periodo estivo capita spesso che ci siano degli incendi dovuti ai fulmini dei tipici temporali estivi. Ma è l'unica causa naturale d'incendio di bosco in Ticino. Il resto è o negligenza o piromania». Soprattutto in questo periodo, con l'arrivo della primavera, capita purtroppo che vengano abbandonate delle ceneri che non sono completamente spente. E basta una piccola fiamma per innescare un grande incendio.
Ecco quindi l'invito alla responsabilità: «In questo periodo si capisce che la gente va in giro, ha voglia di stare all'aria aperta, e ci sono anche molti turisti - conclude Gobbin -. Ma non bisogna dimenticare che siamo in periodo di siccità persistente e c'è molto materiale infiammabile. Tutti sono esortati a rispettare il divieto assoluto di accendere fuochi all'aperto». Se è vero che le grigliate sono tollerate, lo sono solo nelle zone adibite. «Non il classico fuocherello nel bosco. E in giornate come quella di ieri, con quel vento forte, è comunque caldamente sconsigliato».