Altri nove ovini sono stati predati, l'agricoltrice Giulia Giugliemma: «Mi trovo costretta a riportarle in Leventina»
Una quarantina di ovini mancano ancora all'appello: «Ho chiesto all'Ufficio caccia e pesca aiuto con droni e/o elicotteri, ma invano»
CEVIO - «Ieri mi ha contattata il guardiacaccia della Val Bavona e Val Maggia per informarmi di un attacco del lupo».
Inizia così la segnalazione da parte dell'agricoltrice di Sobrio (Leventina) Giulia Giugliemma, che ha raccontato a Tio/20 Minuti come il lupo abbia «predato in due giorni (almeno) nove dei miei ovini in Val Bavona», e che la situazione è sempre più «fuori controllo», con una pecora che è stata trovata viva, agonizzante, «con fuori le interiora».
Immagini sempre più macabre, che inquadrano delle circostanze definite «allarmanti»: «La gente deve rendersene conto. Le autorità devono fare qualcosa».
«Devo portarle via, le porto a casa»
«Sono molto preoccupata, ho altri 202 ovini su quell’alpe», ha poi aggiunto Giugliemma, che ha un'azienda agricola da oltre 20 anni. «Mi vedo costretta a riportarle a casa in Leventina, e per farlo ho bisogno del guardiacaccia perché il lupo lo si vede, è lì, e io sarei capace a mettermi davanti alle mie pecore, perché le amo».
C'è anche la difficoltà di trovare una quarantina di pecore che ad ora risultano disperse, e per cui l'agricoltrice ha chiesto ai guardacaccia di usare il drone e l'elicottero, ottenendo però (per ora) una risposta negativa: «Eppure li hanno utilizzati per le motoslitte, quei controlli sono più importanti degli animali?».
In tutto ciò, gli ovini paiono terrorizzati. «Le mie pecore le chiamo per nome, alcune le ho da 18 anni, e siamo spaventati dal fatto che non vengono più nemmeno chiamandole, sono talmente sotto shock che non vengono neanche con il sale». «Il problema è che magari si spaventano tanto da saltare nel precipizio».
«Perderò giorni di fieno, ma in coscienza non posso più lasciarle lì» ha concluso l'agricoltrice leventinese, che è pronta ad «alzare le recinzioni, sperando che (il lupo, ndr.) non torni anche a Sobrio».
«Risposta agrodolce del Consiglio federale»
Germano Mattei, nel frattempo, ha informato che è giunta una risposta della Consigliera federale Simonetta Sommaruga ad una lettera inviata da parte dell'Associazione Svizzera per la protezione del Territorio dai Grandi Predatori.
Per Sommaruga, «il Consiglio federale è pienamente cosciente della grave situazione», ha spiegato Mattei, «ma crede che non sia ancora il momento per un Decreto federale urgente»... «quando sarà il momento?», ha lamentato il coordinatore di Montagna Viva.
In ogni caso, «vi saranno nuove misure per il 2023, con la revisione della Legge sulla caccia che avanza in seno alle Camere e che potrebbe entrare in vigore nel 2024/2025, referendum permettendo». Il Consiglio federale ha poi di nuovo sottoposto a Strasburgo «l’incarto di revisione della Convenzione di Berna. Sarà trattata nella seduta plenaria d’autunno». Tutto sommato, per Mattei, si tratta di «una risposta in agrodolce, direi più agro…!».
Intanto, «sul campo le cattive notizie continuano ad arrivare», ha concluso Mattei, facendo riferimento a quanto accaduto in Val Bavona, «vi è grande sconforto».
Il mese scorso, lo ricordiamo, dopo i fatti di Cerentino il Consiglio di Stato aveva deciso a favore della soppressione del lupo, per poi fare dietrofront poiché i lupi responsabili delle 19 predazioni erano in realtà due, e non uno solo. Ciò aveva provocato una forte reazione d'ira da parte dei contadini ticinesi.