Sono oltre un migliaio i ticinesi presenti al campo scout federale Mova a Goms, in Vallese.
Oggi ci raccontano la vita nel campeggio più grande mai organizzato in Svizzera.
BELLINZONA/GOMS - Trentamila partecipanti da tutta la Svizzera e oltre. Tende a perdita d’occhio. E una spesa complessiva di oltre 25 milioni di franchi. Siamo al campo scout federale Mova, a Goms (Vallese), il più grande campeggio mai tenutosi in terra rossocrociata. A raccontarlo a Tio/20minuti, a due giorni dalla sua fine, sono due dei ben 1'068 ticinesi presenti.
Tra concerti e speed dating - Il Mova, seppur situato a 1’300 metri di altitudine, «è una città a tutti gli effetti», spiega Laetitia Grossini, 29 anni, rover e animatrice degli Scout Vallemaggia. «Abbiamo una nostra radio, un giornale e un telegiornale. Ci sono punti di ristoro sparsi su tutto il campo, chioschi, un palco dove si esibiscono artisti esterni, e persino lo speed dating, per divertirsi e conoscere nuove persone».
Pronti a tutto - Per quanto concerne invece la sicurezza, «è presente un ospedale, la polizia e i pompieri». E, per non farsi sorprendere dalle condizioni atmosferiche, sul posto si trova persino un meteorologo. «La solidità delle costruzioni presenti al Mova viene valutata da professionisti che sono sul campo come volontari», chiarisce Grossini. «Ad ogni costruzione viene assegnato un grado di pericolo, che può andare dal giallo, all'arancione al rosso» e il meteorologo, tramite messaggistica, annuncia giornalmente i vari livelli di pericolo a seconda della meteo. «Così se la tua costruzione ha un grado di pericolo giallo, e arriva un vento categorizzato come giallo, sai di dover prendere le giuste precauzioni».
Con lo scoutismo, oltre le diversità - A fare da padrone, nella città degli scout, è però sicuramente il plurilinguismo. Nel bene e nel male. «A volte si cade nell’utilizzo dello Schwyzerdütsch, e l’Hochdeutsch viene messo da parte. Quindi ticinesi e romandi ne risentono», così Grossini. Ci sono poi «diversi reparti ospiti dall’estero, provenienti dalla Svezia, l'Italia, l’Inghilterra, persino dal Canada. Dunque le barriere linguistiche si moltiplicano». Ma, sottolinea, «avendo tutti in comune lo scoutismo, questi limiti sono meno difficili da superare che nella vita quotidiana».
Ciao, hallo, salut - Per celebrare le diversità e creare unità, il campo promuove inoltre le cosiddette challenge, spiega Mattia Trocciola, animatore degli Scout di Biasca. «Partecipando, i ragazzi devono, per esempio, fare uno scambio di oggetto con altre sezioni. In questo modo devono interagire e sforzarsi a parlare tedesco o francese, così come gli altri a parlare italiano».
Uniti sotto la tempesta - Ma lo spirito scoutistico si ravviva soprattutto nei momenti di difficoltà. Settimana scorsa un violento temporale si è infatti abbattuto sul Mova. «Ci sono stati problemi soprattutto per chi ha voluto piantare le tende direttamente a terra», racconta Trocciola. «Si è allagato tutto, ma noi, avendo le palafitte, non abbiamo avuto problemi. Per dare una mano abbiamo ospitato qualche sezione che aveva tende inagibili, offrendo loro la cena». «È stato veramente bello vedere che chi non aveva subito danni dava sostegno a chi aveva le tende allagate», conferma in conclusione Grossini.