È il consiglio dell'Associazione industrie ticinesi: «Non ci sono garanzie».
LUGANO - L'ultima parola pesante è arrivata dall'Agenzia delle entrate italiana: a seguito di un interpello, l'ente tricolore ha stabilito che da mercoledì «se un frontaliere residente nei comuni di frontiera effettuerà anche un solo giorno intero di telelavoro, esso diventerà tassabile in Italia sull’intero ammontare del reddito, perdendo di fatto lo statuto fiscale di frontaliere».
Sull'argomento, torna a prendere posizione l'Associazione delle industrie ticinesi: «In sintesi e in particolare - si legge - la porzione di reddito dei giorni lavorati da remoto in Italia viene assoggettata a tassazione esclusiva in Italia. Per quanto riguarda le aziende, inoltre, rimane aperta pure la questione relativa all’assoggettamento al fisco italiano quale stabile organizzazione».
Per questa ragione, «è ragionevole sospendere o comunque non mettere in atto il telelavoro per i lavoratori frontalieri». L'auspicio rimane quello che «Svizzera e Italia sottoscrivano un nuovo accordo amichevole per regolare il telelavoro fra i due paesi, impedendo fra l’altro penalizzazioni dal punto di vista fiscale sia dei lavoratori frontalieri sia delle imprese svizzere (in particolare: dichiarazione di stabile organizzazione e assoggettamento al fisco italiano)».