Si è conclusa con il botto l'edizione 2023 del festival letterario
LUGANO - Sabato sera si è conclusa la tre giorni di Poestate, il più longevo dei festival culturali ticinesi. L'indomani la direttrice artistica e factotum della rassegna, Armida Demarta, è comprensibilmente stanchissima ma allo stesso tempo è entusiasta. «Che successone, che botto!» afferma.
L'edizione 2023 è stata un crescendo di presenze e interesse e il bilancio complessivo non può che essere positivo. «Sai, giovedì c'è sempre chi poi deve lavorare il giorno dopo, ma abbiamo cominciato bene. Poi è stata una escalation: venerdì e quindi sabato... Il Patio era talmente pieno che non c'erano più posti a sedere. Gente seduta per terra, in piedi o addirittura fuori dal cancello» di Palazzo Civico, con il bar che ha offerto "ospitalità" a chi non è riuscito a entrare nella location.
Una grande soddisfazione per Demarta, che da anni lotta per raccogliere fondi e organizzare un Festival che si avvicina al giro di boa dei trent'anni («L'anno prossimo sarà la 28esima edizione»). E gli esperimenti di quest'anno sono andati benissimo, aggiunge: il "matinée poestatiano" «è andato benissimo. La gente ha iniziato ad arrivare e ha riempito tutti i posti a sedere. Ammetto di essere rimasta meravigliata dalla risposta del pubblico». Anche l'evento collaterale alla Fondazione Gabriele e Anna Braglia nel pomeriggio «è stato bellissimo».
Un'edizione 2023 che passerà agli annali tra le più partecipate, quindi, se non quella dei record di presenze. «C'era una marea di gente, è stato impressionante. Poi ci è andata bene con il temporale», che ha provocato la chiusura leggermente anticipata del programma, ma senza stravolgerlo. «Che dire? Chiusura bagnata, chiusura fortunata», scherza Demarta.
I consueti Premi Poestate, assegnati ogni anno agli ospiti particolarmente meritevoli, sono andati a Federico Sanguineti, Moni Ovadia e Stefano Tealdo, che con la Corvino Produzioni collabora per portare grandi ospiti sul palco luganese. Ovadia ha ricevuto poi - primo nella storia della rassegna, sottolinea Demarta, una chiave. «Come a dire a questo amico di Poestate: il Festival è casa tua».