Il giornalista racconta l'amore di coppia all'Endorfine Festival. Il Ticino? «Lo conosco per l'indagine che ho svolto sulla prostituzione».
LUGANO - Lo trovi sempre dove c’è la notizia che indigna, che divide e fa discutere. Con la sua voce fuori dal coro, a volte provocatoria ma mai banale. Giuseppe Cruciani sarà a Lugano, ospite di Endorfine, il Festival internazionale del pensiero e del dibattito attorno al costume, alla cronaca e alla politica.
Tema cardine degli incontri previsti quest'anno, è quello delle "connessioni" tra persone e mondi differenti, per provare ad allargare gli orizzonti del pensiero.
Maestro della comunicazione politicamente scorretta, capace di interagire con il pubblico senza filtri e barriere, il giornalista italiano, conduttore della trasmissione radiofonica "La Zanzara" di Radio24, domenica 17 settembre (ore 15.00 - Palazzo dei Congressi) incontrerà il pubblico ticinese con le sue riflessioni assimilabili a "Punture di Zanzara", non a caso titolo dell'incontro.
Cruciani, innanzitutto conosce il Ticino?
«Ci vengo poco anche se ho amici nelle vicinanze: a Como e Saronno. Anche a Lugano e a Chiasso ho però qualche amico che è manager nella prostituzione; si può dire? Il territorio lo conosco per questo motivo e per l'indagine che ho fatto su questo argomento».
E che ne pensa?
«Ogni cosa ha le sue problematiche certamente ma è civile il fatto che da voi per la prostituzione ci sia una situazione legalizzata; anche se poi certamente possono sempre nascondersi delle problematiche sommerse».
Cosa aspettarci invece dal suo "Punture di Zanzara”?
«Non lo so, dipende dagli stimoli che mi darà la persona che mi intervista. Di certo parleremo di coppie, monogamia e tradimenti, temi al centro del mio ultimo libro "Coppie"».
Dunque, fedeltà in amore?
«La monogamia è impossibile da realizzare. È dei sentimenti ma non è dei corpi, è un'inutile ricerca di qualcosa che non esiste. La fedeltà di coppia viene contraddetta dalla realtà».
Così strizza l'occhio alle relazioni "aperte" e al tradimento.
«Non lo si vuole certificare ma è una cosa naturale, innaturale è il contrario».
E la famiglia?
«Resta comunque un obiettivo, un baluardo della società».
Anche per lei?
«Ho una relazione da anni ma i casi singoli non c'entrano niente»
A proposito di relazioni e di sesso, c'è polemica sull'agenda scolastica che ne parla. Trova giusto che sul diario distribuito nel nostro Cantone a bambini e adolescenti si affronti il tema dell’identità di genere e della sessualità?
«Ovviamene senza il consenso preventivo degli insegnati, della scuola, dei genitori e dei ragazzi è assurdo farlo. È fuori dal mondo una cosa del genere, in primis senza il l'ok delle famiglie. Non mi preoccupo che queste immagini di cui mi parli influenzino gli studenti e che poi tutti si diventi "fluidi", il punto è che prima della maggiore età non si deve affrontare il tema sessualità a scuola. Non ce n'è bisogno. La scuola non deve occuparsi di tutto».
Quanto invece alla situazione politica, con lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina la Svizzera e la sua neutralità si trovano schiacciate sotto il "fuoco amico" di Usa e Ue che chiedono a Berna di fare di più, soprattutto in fatto di sanzioni.
«Non saprei che dire, e cosa davvero significa per l'economia svizzera l'adesione alle sanzioni. Certo è che quando accadono queste cose la posizione della neutralità diventa difficile da mantenere, oggi più che mai. Quanto alle motivazioni, va detto che le guerre non si fanno solo con i carri armati ma anche finanziariamente e la neutralità oggi sarebbe stata vissuta come collaborazionismo. Non so se la Confederazione abbia fatto bene ma era quasi impossibile mantenere il concetto neutrale di un tempo, ha dovuto fare una scelta di campo».
A proposito di "connessioni" tra Europa e Svizzera, l’euro ha tolto parte dell’identità dei popoli che si identificano nella propria valuta, con Bruxelles che spinge per la limitazione dell’uso del contante, mentre noi resistiamo saldamente attaccati al franco e alla possibilità di continuare a pagare cash.
«In Italia il tema della moneta è archiviato. Anche politicamente: la contestazione dell'euro non ha più presa elettoralmente. Io sono indifferente alla cosa, personalmente odio usare i contanti ma sono favorevolissimo al suo libero utilizzo senza limiti, anzi le soglie vanno alzate».
Ci avviciniamo all'autunno, con il Covid c’è stata una spaccatura tra le persone in fatto di mascherine, vaccini e limitazioni.
«Io spero che pure questo discorso sia archiviato: credo che questa divisione non si proporrà più nei modi di due anni fa, come ad esempio le limitazioni alla libertà di movimento. E sono contrario alla vaccinazione obbligatoria, anche per le categorie "over"».
Arriviamo da giorni torridi, se le parlo di cambiamento climatico.
«Sono ferocemente contro al pensiero dell'uomo unico grande colpevole, per cui si deve cambiare tutto per forza oggi. Quella che viene data è una visione apocalittica priva di certezza. Anche se gli scienziati fossero in maggioranza d'accordo ad attribuire all'uomo la responsabilità climatica, ritengo che il nostro ruolo sia invece marginale e mi trovo concorde con le tesi di Franco Prodi, Rubbia e Battaglia».
In Italia l'uccisione dell'orsa Amarena ha spaccato l'opinione pubblica, da che parte sta?
«L'uccisione di un'orsa, con i cuccioli poi, è sempre negativa, non si esulta certo. Va detto però che era in una zona dove non si doveva trovare, mentre il cacciatore probabilmente si è spaventato e ha sparato, anche come sua reazione istintiva. Ripeto, è morta un'orsa e mi dispiace ma che ora venga minacciata di morte la famiglia di chi ha sparato è una cosa incredibile. Non si parla dell'uccisione di un bambino, siamo dispiaciuti ma la vita prosegue, la magistratura si pronuncerà ma non credo alle accuse mosse al cacciatore di cinismo e violenza».
Per info e biglietti: biglietteria.ch