È giusto essere pagati meno di un collaboratore Aldi o Denner? Secondo un gruppo di Assistenti di studio medico ticinesi no.
BELLINZONA - La notizia dell’aumento dei salari da parte dei colossi della grande distribuzione ha fatto scalpore nel mondo del lavoro. Tanti sono i dipendenti che si sono chiesti come mai il proprio stipendio sia rimasto invariato di fronte alle cifre da "capogiro" stabilite per il salario minimo dei dipendenti Denner e Aldi. Un gruppo di assistenti di studio medico (ASM), non meglio identificato, ha deciso di prendere di petto la questione, esprimendo il proprio malcontento tramite una lettera indirizzata a Franco Denti, presidente dell’Ordine dei Medici del cantone Ticino (OMCT).
«Siamo un gruppo di ASM con più di vent'anni di esperienza - scrivono nella missiva -; ultimamente sono apparsi molti articoli che riportavano gli stipendi di Denner e Aldi. Tra di noi una domanda sorge spontanea: le sembra normale che chi lavora presso Denner e Aldi dopo una formazione di tre anni come impiegato di vendita lo stipendio sia di 4600/4700.- rispetto al nostro che parte da 3965,50?», lamentando un contratto da 42 ore settimanali contro le 40 stabilite per addetti vendita e dipendenti dell'Ente Ospedaliero Cantonale (EOC).
Sono arrabbiate e risentite: «Siamo dei tuttofare: segretaria, ammissioni, gestione studio, eseguiamo analisi di laboratorio, facciamo radiografie, assistiamo interventi, facciamo li primo soccorso, logistica». Per questo, dicono, «è ora di fare una tabella di stipendi degna di tutte le nostre mansioni. Abbiamo anche una grande responsabilità, lavoriamo a stretto contatto con i pazienti e il nostro stress è davvero molto grande».
Consultando la tabella stipendi attualmente in vigore, reperibile sul sito dell'OMCT, si riscontra quanto dicono.
Per il primo anno di servizio, la retribuzione mensile è fissata a 3'965.50 franchi; per il secondo a 4'017.00 franchi e per il terzo a 4'068.50. Stando a questo elenco, inoltre, la retribuzione dei primi tre anni è uguale in tutti gli studi medici, in quanto sono vincolanti.
Dal quarto anno in avanti, invece, le retribuzioni sono raccomandate. Significa che un ASM può percepire di più o di meno a seconda delle possibilità e della volontà del suo datore di lavoro. Quel che è chiaro è che comunque per arrivare a una retribuzione simile a quella paventata da Aldi e Denner si deve aspettare l'ottavo e il nono anno di servizio.
Un abbaglio
Una lettera che a Franco Denti, presidente dell'OMCT, proprio non è piaciuta. «I salari degli ASM sono concordati con il Cantone e la Commissione paritetica. Dunque non c’è niente da contestare». Sottolineando: «Il salario minimo annunciato da Aldi è un abbaglio». È risaputo, infatti, che nella maggior parte dei casi chi lavora nella grande distribuzione spesso non è assunto a tempo pieno, bensì con contratto a paga oraria e con quattro settimane di vacanza. «Dovrebbero informarsi prima di puntare il dito a spada tratta».
Ricorda poi che nel 2022 «l’OMCT ha garantito un incremento salariale del 3% per il carovita, ovvero 1,5 punti percentuali in più rispetto alla media cantonale. Lo abbiamo fatto in segno di gratitudine, in riconoscenza dell’aiuto datoci durante la pandemia: uno sforzo per noi importante». Aumento che però nel 2023 è stato eliminato, «ci siamo adeguati alla decisione del Cantone», spiega.
«Non siamo la Zecca svizzera»
«Noi medici apprezziamo molto il lavoro svolto dagli assistenti di studio medico - prosegue -. Ma non siamo la Zecca svizzera e tanto meno stampiamo cartamoneta. Se Cantone e Assicurazioni Malattia continuano ad abbassare il valore del punto tariffario significa che incassiamo meno e quindi abbiamo meno soldi a disposizione per coprire le spese che, come in tutte le strutture, è dato per l’80% dal personale. Dunque, se diminuiscono le entrate, non si possono aumentare i salari»
Invita poi i mittenti, celati dietro a una lettera anonima, a rivolgersi all’Associazione Ticinese Assistenti di Studio Medico (ATAM), «a cui possono fare presente se non condividono quanto deciso». Dice infatti che l'ATAM «viene sempre coinvolta durante la discussione annuale dei salari. L’OMCT ha sempre tenuto la porta aperta; siamo sempre stati pronti al dialogo. Se poi scrivono delle lettere quasi anonime, non si sa nemmeno a chi rivolgersi per dare una risposta».
«Il nostro stipendio: una nota dolente»
L’ATAM contattata da tio/20 Minuti si distanzia dalla «presa di posizione» di questo gruppo di ASM. «Possiamo condividere lo sfogo ma non la forma in cui è stata esposta la lettera», aggiunge la presidente Bruna Muccio.
«Negli anni - spiega - ci sono stati incontri con OMCT dove abbiamo discusso di stipendi e altre problematiche, possiamo sicuramente esporre il problema e cercare di trovare una soluzione tramite il dialogo, ma non possiamo risolverlo, in quanto non rientra nelle nostre competenze».
«Si sa che lo stipendio è la nota dolente di qualsiasi professione, per contro nello specifico se pensiamo alle responsabilità di un’assistente di studio medico e il rispettivo compenso, possiamo comprendere il disagio delle persone che hanno scritto la lettera citata, ma - conclude Muccio - pensiamo che non sia stato né il modo né il canale corretto per esporlo».