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LUGANOMaria Hassabi incanta il pubblico a Villa Heleneum

16.06.24 - 12:50
Concluso l'evento della seconda edizione del Lugano Dance Project
Foto Imago
Fonte Bally Foundation
Maria Hassabi incanta il pubblico a Villa Heleneum
Concluso l'evento della seconda edizione del Lugano Dance Project

LUGANO - Si è concluso con un bel successo l’evento dell’artista performer Maria Hassabi nell’ambito della seconda edizione del Lugano Dance Project, tenutosi dal 10 al 14 giugno nella cornice di Villa Heleneum, sede della Bally Foundation, a Castagnola.

La master class e la performance finale hanno attirato un pubblico numeroso, «oltre un centinaio di persone che hanno seguito la performance
dalle scalinate della villa» si legge in una nota.

Durante il workshop intensivo, Maria Hassabi ha guidato sei interpreti «attraverso un’esplorazione del movimento decelerato, dell’immobilità e della precisione. Questo intenso lavoro si è concretizzato il 14 giugno in una performance finale in cui i sei interpreti hanno creato nei giardini della Villa una sorta di gruppo scultoreo vivente, in armonia con l’architettura della villa, sede della Bally Foundation».

La direttrice della Bally Foundation, Vittoria Matarrese, ha espresso la sua profonda stima per il lavoro di Maria Hassabi, sottolineando come il profilo dell’artista «si integri perfettamente con la missione della fondazione di esplorare diverse forme di arte contemporanea».

In parallelo all’evento, la Bally Foundation ospita l’esposizione “Arcadia”, aperta dal 29 maggio. «La mostra esplora la nozione di “ideale” e il rapporto con la natura, ispirandosi all’Arcadia, descritta da Virgilio nelle Bucoliche. “Arcadia” indaga la trasformazione del Ticino nel secolo scorso in una sorta di “Riviera” svizzera, attraverso una giustapposizione di elementi naturali e artificiali, creando nuove architetture e
ecosistemi emotivi».

Alla fine della performance, si sono tenuti due talks all’interno della villa. Il primo talk, “The Skins of Architecture I,” ha visto la partecipazione di Michele Di Stefano e dell’architetto Riccardo Blumer, moderati da Katja Vaghi. Si è discusso della stretta connessione tra danza e architettura, «esplorando come entrambe le discipline influenzino la nostra relazione con lo spazio e l’esperienza di viverlo e muoversi in esso».

Il secondo talk, “The Skins of Architecture II”, ha coinvolto Maddalena Giovannelli e l’architetto Francesca Serrazanetti, «continuando il dialogo su come l’orchestrazione dei corpi e dei movimenti nello spazio possa essere interpretata e vissuta in un contesto protetto».

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