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Taleda, sul colpo esploso dall'agente: «Spiace dover giustificare il suo operato»

LUGANOTaleda, sul colpo esploso dall'agente: «Spiace dover giustificare il suo operato»

04.07.24 - 06:30
Il vicecomandante della Polizia Città di Lugano: «L'inchiesta è prassi». Sull'intervento dei passanti: «Li ringraziamo pubblicamente»
Lettore Tio/20Minuti
Taleda, sul colpo esploso dall'agente: «Spiace dover giustificare il suo operato»
Il vicecomandante della Polizia Città di Lugano: «L'inchiesta è prassi». Sull'intervento dei passanti: «Li ringraziamo pubblicamente»

LUGANO - In merito alla tentata rapina di martedì in via Pessina, il Ministero pubblico non dovrà solo chiarire le responsabilità dei quattro arrestati, ma anche «eventuali fattispecie penali in relazione all'utilizzo dell'arma di servizio da parte di un agente della Polizia Città di Lugano». 

Non si dovrebbe cadere in errore sostenendo che si tratta del poliziotto a cui, stando alle diverse testimonianze video, sarebbe partito un colpo durante la colluttazione con uno dei rapinatori, già fuori dalla gioielleria Taleda. 

«Dispiace dover giustificare il suo operato» - Sulla condotta dell’agente, nonostante la delicata circostanza che si è trovato ad affrontare, si sono purtroppo sprecati i commenti. Specie sui social. Proprio con l’intento di silenziare il vociare da bar generatosi attorno alla vicenda, abbiamo interpellato il vice comandante della Polizia Città di Lugano, Mauro Maggiulli. Che non nasconde una certa amarezza per il protrarsi di questo chiacchiericcio: «Dispiace anzitutto, in un momento così delicato, dover giustificare l’operato di un agente che ha rischiato la propria incolumità per assicurare alla giustizia dei pericolosi rapinatori». «I fatti oggettivi - ci tiene a sottolineare - sono la sventata rapina a mano armata in pieno centro poco prima di mezzogiorno, e i 4 autori tratti in arresto».

Riguardo l’uso dell’arma da parte del poliziotto durante la colluttazione, Maggiulli prosegue: «A titolo informativo precisiamo che l’utenza, tramite i video, ha visto solo la seconda parte di quanto accaduto. Se ci fosse stata anche la prima, si sarebbe notato che l’agente – prima di essere aggredito – aveva già l’arma in mano in quanto intimava ai rapinatori di abbassare le pistole. Che peraltro erano cariche».

Arma che, ci viene spiegato, è una «SIG P320 Carry, modello in dotazione alla Polizia che non ha una sicura da inserire o togliere». E che, come ogni arma di ordinanza «ha il colpo in canna».

Non viene fornita nessuna giustificazione per il colpo esploso. Anche perché, aggiunge Maggiulli, «non vi sono giustificazioni, ma unicamente una descrizione oggettiva dei fatti».

Visti i commenti, però, il vicecomandante precisa che l’agente «non ha mai perso la sua arma di ordinanza: l’oggetto nero che si nota cadere nel video sono gli occhiali del rapinatore». «In termini generali, l’agente di polizia è formato e istruito per affrontare simili situazioni. Quando la sua incolumità o quella di terze persone è in grave pericolo, come in questo caso, e si rende necessario l’uso dell’arma di servizio, sa quali procedure deve intraprendere», spiega ancora.

Anche le indagini in corso farebbero parte della prassi: «Ogni qualvolta un agente di polizia impiega la propria arma di servizio, il Ministero pubblico, d’ufficio, apre un’inchiesta volta a chiarire dinamica e fatti».

Infine l’intervento dei passanti. Che visto da fuori suggerisce una certa percentuale di rischio. «Con il senno di poi - conclude il vice comandante - la critica si può fare su tutto. Sicuramente in quel momento possono aver rischiato di essere feriti, ma è altrettanto evidente che ha prevalso in queste persone un grande senso civico che le ha viste adoperarsi a rinforzo della Polizia. Per questo le ringraziamo pubblicamente».

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