Claire Ghiringhelli è l'unica ticinese alle prossime Paralimpiadi in Francia. Storia di una donna forte che vivrà un'esperienza eccezionale.
LOCARNO - Un tumore alla colonna vertebrale che arriva quando ha 39 anni. Una lunga battaglia per sconfiggerlo. Un'operazione complicata. E la vita che riparte senza la possibilità di usare le gambe. Storia di Claire Ghiringhelli, classe 1978, con radici locarnesi. È lei l'unica atleta ticinese a fare parte della delegazione svizzera alle Paralimpiadi di Parigi. «Il canottaggio – spiega – è lo sport che mi ha aperto uno scenario impensabile»
«Mi sento una Ghiringhelli» – Prima gara a cinque cerchi il 30 agosto. Claire ci sta lavorando da circa tre anni. «L'obiettivo è di entrare tra le migliori sei al mondo», confessa. E per lei sarà un po' come gareggiare in casa. «Abito a 20 chilometri a sud di Parigi. È qui che sono cresciuta. Mio padre è di qui. Però io mi sento una Ghiringhelli e, anche dopo il mio divorzio di due anni fa, ho tenuto il cognome della mamma. I miei genitori vivono a Minusio. Ho un bel rapporto col Ticino, quando ci torno è sempre bello».
«Dovevo reinventarmi» – Il primo approccio col paracanottaggio Claire l'ha avuto nel 2018 quando ancora era in riabilitazione. «Nella mia vita precedente ero capo ingegnere presso una grossa azienda aeronautica. Sono subito tornata al lavoro. Pensando di potere tenere i ritmi di prima. Mi sono accorta che non poteva più essere così. Il corpo si stancava. Ecco perché poi l'azienda mi ha offerto la possibilità di ricoprire un altro ruolo. Anche il rientro a casa, dopo un anno di assenza, è stato complicato. Già solo andare in bagno era difficile. Dovevo reinventarmi. Il canottaggio è stato uno dei pochi ambienti in cui, seppure con una barca adattata, mi sono sentita di nuovo me stessa da subito».
Imparare ad accettare – Claire fino ai primi sintomi del tumore è sempre stata una donna dinamica. Madre di tre figli, che oggi hanno 13, 17 e 20 anni, ha praticato tanti sport: dalla corsa all'alpinismo. «Mai avrei pensato di darmi al canottaggio. Ma questa disciplina mi ha insegnato ad accettare quel qualcosa che era cambiato. È così che è scoccata la scintilla. Poi sono arrivati anche i risultati, certo. Ma è stato un percorso: è come se in questo cammino mi fossi ripulita a livello di salute e di spirito».
Una vita straordinaria – Un sorriso contagioso. Un'ironia sottile. E quella simpatia che non passa inosservata. Claire è una donna che si sente realizzata. «Sono la prima rematrice disabile della Svizzera a un'Olimpiade. È un onore. Gli aspetti sportivi hanno un peso. Ma io guardo tutto nel suo insieme. E mi emoziono. Il fatto di essere diventata un'atleta paralimpica è la ciliegina sulla torta di una vita straordinaria».
La raccolta fondi
A differenza degli atleti che gareggiano per le Olimpiadi, quelli in lizza per le Paralimpiadi godono di minor visibilità e hanno difficoltà a trovare sponsor. Per questo motivo un mese fa Giorgio Ghiringhelli (fondatore de "Il Guastafeste) il cui papà era il fratello del nonno di Claire, ha lanciato una colletta intitolata “Hop Claire!” «Finora ha consentito di raccogliere circa 5'500 franchi, tra cui 200 dalla Raiffeisen e 200 da Banca Stato. Chi volesse contribuire alla causa lo può fare sul conto corrente postale intestato a “Movimento politico Il Guastafeste, 6616 Losone – N° IBAN: CH62 0900 0000 6506 7871 6, con l’indicazione “Hop Claire” quale motivo del versamento».
Ghiringhelli aveva scritto anche ai vari Municipi ticinesi invitandoli a versare un contributo simbolico di 50 franchi. «Su questo fronte poco si è mosso – commenta lo stesso Ghiringhelli –, a parte un contributo di 500 franchi dal Comune di Arbedo-Castione, di 200 franchi da Chiasso e di 100 franchi dal Comune di Magliaso».