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CANTONE«Votare no alla riforma EFAS è la sola via per tutelare la salute dei ticinesi»

09.10.24 - 14:01
L'MPS ha ribadito le ragioni in vista del voto previsto il 24 novembre e ha realizzato un opuscolo informativo.
Ti-Press
Fonte Mps
«Votare no alla riforma EFAS è la sola via per tutelare la salute dei ticinesi»
L'MPS ha ribadito le ragioni in vista del voto previsto il 24 novembre e ha realizzato un opuscolo informativo.

BELLINZONA - La campagna in vista della votazione del 24 novembre sulla riforma EFAS della LAMal è ormai lanciata da tempo. E l’obiettivo dell’MPS, riunitosi questa mattina a Bellinzona, è sempre quello di ribadire le ragioni di un deciso “no”.

Comitato - In Ticino si è costituito un ampio Comitato referendario NO EFAS, composto da VPOD (che ha lanciato il referendum a livello nazionale), dall'Unione Sindacale Svizzera, dall'Associazione per la difesa del servizio pubblico, dal Forum alternativo e dai partiti di sinistra (Gioventù socialista, l'MPS, Partito comunista, Partito Operaio Popolare, Partito socialista, Più Donne). Comitato che definisce EFAS "estremamente rischioso".

Il commento - «I ticinesi devono sapere, e noi stiamo cercando di informarli in ogni modo e da tempo, che solo votando no all’EFAS si potranno scongiurare aumenti dei premi di cassa malati andando così a peggiorare le condizioni di vita dei cittadini. In caso contrario il potere delle casse malati private farà aumentare ancora di più i premi e peggiorerà le condizioni di lavoro del personale sociosanitario. Il sistema sanitario, con EFAS, sarà improntato al mero profitto a discapito della qualità e dell’accessibilità delle cure», ribadisce Pronzini che, durante l’incontro odierno, ha fatto un passo indietro.

Il passato - Durante la riunione si è ripercorso il recente passato ricordando come il 22 gennaio 2024 i deputati dell’MPS chiesero al Gran Consiglio di sostenere il referendum lanciato dal sindacato SSP/VPOD contro la riforma della LAMal. Richiesta rifiutata dalla maggioranza. «Purtroppo in quell’occasione tutti i partiti, tranne i Verdi non ci vollero seguire». E l’argomento di fondo che aveva prevalso, e sul quale era centrato il rapporto di maggioranza prevedeva, tra gli altri punti, che «la riforma ampiamente approfondita a livello federale, con il coinvolgimento di numerosi attori del settore, Cantoni inclusi, ha certo obiettivi di risparmio ma volti a ridurre i costi delle cure e quindi, per automatismo, i costi dei premi di cassa malati», cita Pronzini che dunque sottolinea come vi «sarebbe dunque un interesse cantonale a sostenere la riforma EFAS. Non la pensa allo stesso modo il Consiglio di Stato», aggiunge Pronzini che sottolinea come l'esecutivo, nell’agosto scorso, disse che «da un punto di vista finanziario, per il Cantone Ticino questa riforma comporterà con ogni probabilità un importante aggravio delle finanze pubbliche. In effetti, secondo le sopracitate stime dell’Amministrazione federale, il maggior onere paragonato alla situazione nel 2019 per il nostro Cantone sarebbe, a regime (ovvero 7 anni dopo l’eventuale approvazione della riforma), pari a circa 57 milioni di franchi annuali».

Un excursus evidenziato da Pronzini per sottolineare come l'argomento sia molto complesso e divisivo, che porta a una valutazione finale. «Sorgono interrogativi sulla reale consistenza dei partiti di governo, su chi essi rappresentano quando si esprimono, che cosa li animi in alcuni dibattiti se non, per partito preso, opporsi a qualsiasi proposta che venga dall’opposizione e, in particolare, dall’MPS. Considerazioni che potrebbero essere svolte anche per il Consiglio di Stato», ha concluso.

Attualità - Una dettagliata ricostruzione di quanto accaduto che porta a un brusco ritorno alla realtà con l’invito - per spiegare le ragioni è stato anche realizzato e distribuito un opuscolo informativo - a votare "no". Tanti i motivi alla base di tale indicazione di voto. «La revisione EFAS influirà negativamente, ad esempio, sulle condizioni di lavoro nel settore delle cure. Gli ospedali pubblici, le case per anziani e le cure a domicilio, obbligati a offrire tutte le prestazioni a chiunque, spesso non ricevono un finanziamento sufficiente a coprire i costi - spiega Pronzini - Con budget ridotti o congelati, i salari e le condizioni di lavoro del personale sono messi sotto pressione. La revisione EFAS non risolve il problema e, anzi, spingendo i costi sulle casse malati e riducendo il finanziamento pubblico, comporterà ulteriori tagli sul personale per contenere le spese , peggiorando le condizioni di lavoro». Anche l'argomentazione “finanziaria” «non è altro che un argomento propagandistico (e lo scandalo delle previsioni errate sui conti dell’AVS ci ricorda che si tratta di una pratica sistematica del potere politico), utilizzato solo con l’obiettivo di far passare il progetto la cui posta in gioco è ben diversa».

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COMMENTI
 

Rosso Blu 1 mese fa su tio
Perché votare???? Hanno sempre un piano B/C/D .... La Confederazione pensa solo al Dio Guadagno e non come i cittadini arrivano a metà mese. Votiamo e poi .. tutti a 90° e dire magari ancora grazie aver pianificato l'alternativa. E num a pagum e tasum ma la rabbia è veleno.

64cleme 1 mese fa su tio
La bolla dei costi sanitari in Svizzera e nel Ticino in particolare continua a crescere pericolosamente e senza sosta. A questo punto occorrerebbe creare una cassa malati pubblica gestita dal Cantone e parzialmente svincolata dalla LAMAL, che accetti solo assicurati con domicilio fiscale in Ticino, che commisuri il premio proporzionalmente al reddito e alla sostanza, che preveda un severo controllo delle fatturazioni sanitarie in termini di trasparenza e reale necessità prevedendo sanzioni per gli abusi palesi da parte di operatori sanitari e pazienti, che per i farmaci comprensivi di generici rimborsi solo quest'ultimi quando disponibili. Rendiamoci conto che le classi dirigenti, la gran parte dei politici notabili, gli operatori sanitari che fatturano e i cittadini benestanti non hanno alcun reale interesse a modificare il regime federale attuale delle casse malati, per cui alle chiacchiere pseudosolidali non faranno mai seguire riforme coraggiose e radicali contro i propri interessi e privilegi.

Rosso Blu 1 mese fa su tio
Risposta a 64cleme
Esatto e complimenti per lo scritto. Grazie

Princi 1 mese fa su tio
votare????? per cosa ??? per metterci a 90 ancora nel 2026 ? mha nasit a ....

Bosa67 1 mese fa su tio
Se viene approvata, le cure ospedaliere non sarebbero più garantite, diminuirebbero forse i costi a discapito delle cure ambulatoriali dove aumenterebbero a carico delle casse malati e sicuramente aumenterebbero i premi a dismisura con effetto sui pazienti che si ritroverebbero a dover aumentare la franchigia con i costi delle cure a proprio carico fino al raggiungimento di quest'ultima, senza contare poi lo scarico di responsabilità dall'istituto ospedaliero al paziente. E chi ci guadagna in rutto questo?? Una domanda me la farei...

valemi 1 mese fa su tio
quanti centri "del dolore" sono aumentati nei ultimi 4 anni? centri diagnostici?....la salute è diventata un buisness in Ticino. Non parliamo di servizi Spitex! Sono fisioterapista e le mie ciffre del bilancio del mio studio sono uguali/ costanti da anni anni.....

Flet 1 mese fa su tio
Da quando gli inteligentoni hanno votato la Lamal, tutto è precipitato!!

OrsoTI 1 mese fa su tio
Quanti inutili palliativi!! Tagliare costi. Tagliare prestazioni inutili della lamal. Limitare la fisioterapia. Bloccare inutili cure .mettere un servizio ad oc che controlli medici e ospedali (da inutili cure), cambiare il sistema del pagamento di prestazioni che fanno guadagnare a dismisura i medici e centri medici. Prestazioni non assolutamente necessarie o ce li paghiamo noi o si fanno assicurazioni complementari (che costeranno molto di piu) che copriranno i nostri vizi continui. E cosi scenderanno i costi. Solo che nessun politico vorrà fare per pestare i piedi delle lobby mediche e farmaceutiche. Ci vuole tanto?

UnaVoceFuoriDalCoro 1 mese fa su tio
Risposta a OrsoTI
Ma cosa vi lamentate? Avete votato per ben 2 volte che l'obbrobrio degli aborti sia pagato dalle casse malati, tanto per fare un esempio.
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