L'MPS ha ribadito le ragioni in vista del voto previsto il 24 novembre e ha realizzato un opuscolo informativo.
BELLINZONA - La campagna in vista della votazione del 24 novembre sulla riforma EFAS della LAMal è ormai lanciata da tempo. E l’obiettivo dell’MPS, riunitosi questa mattina a Bellinzona, è sempre quello di ribadire le ragioni di un deciso “no”.
Comitato - In Ticino si è costituito un ampio Comitato referendario NO EFAS, composto da VPOD (che ha lanciato il referendum a livello nazionale), dall'Unione Sindacale Svizzera, dall'Associazione per la difesa del servizio pubblico, dal Forum alternativo e dai partiti di sinistra (Gioventù socialista, l'MPS, Partito comunista, Partito Operaio Popolare, Partito socialista, Più Donne). Comitato che definisce EFAS "estremamente rischioso".
Il commento - «I ticinesi devono sapere, e noi stiamo cercando di informarli in ogni modo e da tempo, che solo votando no all’EFAS si potranno scongiurare aumenti dei premi di cassa malati andando così a peggiorare le condizioni di vita dei cittadini. In caso contrario il potere delle casse malati private farà aumentare ancora di più i premi e peggiorerà le condizioni di lavoro del personale sociosanitario. Il sistema sanitario, con EFAS, sarà improntato al mero profitto a discapito della qualità e dell’accessibilità delle cure», ribadisce Pronzini che, durante l’incontro odierno, ha fatto un passo indietro.
Il passato - Durante la riunione si è ripercorso il recente passato ricordando come il 22 gennaio 2024 i deputati dell’MPS chiesero al Gran Consiglio di sostenere il referendum lanciato dal sindacato SSP/VPOD contro la riforma della LAMal. Richiesta rifiutata dalla maggioranza. «Purtroppo in quell’occasione tutti i partiti, tranne i Verdi non ci vollero seguire». E l’argomento di fondo che aveva prevalso, e sul quale era centrato il rapporto di maggioranza prevedeva, tra gli altri punti, che «la riforma ampiamente approfondita a livello federale, con il coinvolgimento di numerosi attori del settore, Cantoni inclusi, ha certo obiettivi di risparmio ma volti a ridurre i costi delle cure e quindi, per automatismo, i costi dei premi di cassa malati», cita Pronzini che dunque sottolinea come vi «sarebbe dunque un interesse cantonale a sostenere la riforma EFAS. Non la pensa allo stesso modo il Consiglio di Stato», aggiunge Pronzini che sottolinea come l'esecutivo, nell’agosto scorso, disse che «da un punto di vista finanziario, per il Cantone Ticino questa riforma comporterà con ogni probabilità un importante aggravio delle finanze pubbliche. In effetti, secondo le sopracitate stime dell’Amministrazione federale, il maggior onere paragonato alla situazione nel 2019 per il nostro Cantone sarebbe, a regime (ovvero 7 anni dopo l’eventuale approvazione della riforma), pari a circa 57 milioni di franchi annuali».
Un excursus evidenziato da Pronzini per sottolineare come l'argomento sia molto complesso e divisivo, che porta a una valutazione finale. «Sorgono interrogativi sulla reale consistenza dei partiti di governo, su chi essi rappresentano quando si esprimono, che cosa li animi in alcuni dibattiti se non, per partito preso, opporsi a qualsiasi proposta che venga dall’opposizione e, in particolare, dall’MPS. Considerazioni che potrebbero essere svolte anche per il Consiglio di Stato», ha concluso.
Attualità - Una dettagliata ricostruzione di quanto accaduto che porta a un brusco ritorno alla realtà con l’invito - per spiegare le ragioni è stato anche realizzato e distribuito un opuscolo informativo - a votare "no". Tanti i motivi alla base di tale indicazione di voto. «La revisione EFAS influirà negativamente, ad esempio, sulle condizioni di lavoro nel settore delle cure. Gli ospedali pubblici, le case per anziani e le cure a domicilio, obbligati a offrire tutte le prestazioni a chiunque, spesso non ricevono un finanziamento sufficiente a coprire i costi - spiega Pronzini - Con budget ridotti o congelati, i salari e le condizioni di lavoro del personale sono messi sotto pressione. La revisione EFAS non risolve il problema e, anzi, spingendo i costi sulle casse malati e riducendo il finanziamento pubblico, comporterà ulteriori tagli sul personale per contenere le spese , peggiorando le condizioni di lavoro». Anche l'argomentazione “finanziaria” «non è altro che un argomento propagandistico (e lo scandalo delle previsioni errate sui conti dell’AVS ci ricorda che si tratta di una pratica sistematica del potere politico), utilizzato solo con l’obiettivo di far passare il progetto la cui posta in gioco è ben diversa».