Per il critico d'arte Philippe Daverio l'opera trovata nel caveau a Lugano è presumibilmente il lavoro di un allievo del genio toscano
LUGANO - Un piccolo dipinto, olio su tela, salta fuori da un caveau luganese e subito si grida al "Leonardo di inestimabile valore". Ma sarà davvero un Da Vinci?
"È più facile che un governo italiano funzioni piuttosto che un quadro diventi un Leonardo", ci risponde, mal celando un certo scetticismo, il noto critico d'arte Philippe Daverio.
"Ci vuole un accordo critico internazionale, al quale deve corrispondere una storiografia blindata, prima di fare affermazioni del genere", spiega il critico, giornalista e docente francese naturalizzato italiano.
Dopo un'attenta disamina del "Ritratto di Isabella d'Este", la cui foto è stata diffusa oggi dalla polizia cantonale, quindi, aggiunge: "A colpo d'occhio mi vengono in mente subito due opere praticamente identiche a questo presunto Leonardo, ma che non sono state eseguite da Leonardo Da Vinci".
Daverio fa quindi riferimento a una "sanguigna", un cammeo di Casa Gonzaga. "L'immagine è facilmente reperibile su internet. Come lo è quella di una terracotta di Pisanello. Se si mettono a confronto si noteranno le enormi similitudini. L'iconografia di un'epoca è molto più diffusa di quanto crediamo".
Il critico spiega inoltre come il Da Vinci fosse un artista molto ammirato e quindi imitato all'epoca: "Era allora il pittore ufficiale del casato milanese, il più ricco d'Italia. I suoi erano modelli a cui si sono ispirati centinaia di pittori nel '400. Tendenzialmente l'attribuzione passa attraverso il parallalelismo stilistico. Ma quello che noi pensiamo essere similare non è altro che uno stilema linguistico dell'epoca. Che si replica regolarmente".
Sgarbi (ats)- Il critico d'arte Vittorio Sgarbi, assessore "alla Rivoluzione" a Urbino, lo definisce un dipinto "da porta Portese inventato da Pedretti (lo storico dell'arte Carlo Pedretti, ndr). Una crosta, di qualità modestissima che vale al massimo 2000 euro". Nel 2013 il Corriere della Sera aveva pubblicato una lettera di Carlo Pedretti, il maggiore studioso di Leonardo, in cui assicurava ai proprietari che la tela poteva essere attribuita al 'Genio Universale'. "Pedretti è un formidabile studioso di carte, documenti, teorie, ma rispetto ai dipinti è un gatto nero cieco in una notte senza luna", afferma Sgarbi. A suo parere Leonardo non ha mai dipinto Isabella d'Este. "C'è un disegno preparatorio, quello sì di Leonardo, ma il quadro ritrovato in Svizzera - ha detto Sgarbi all'agenzia italiana ANSA - è di un peracottaro che l'ha dipinto almeno 50 anni dopo".