La ricostruzione della morte del richiedente l’asilo, ucciso da un agente di polizia nella notte tra il 6 e il 7 ottobre
BRISSAGO - Ha intimato l’alt per due volte - ordinando al 38enne di gettare i coltelli che aveva tra le mani - l’agente della Polizia cantonale che, nella notte tra il 6 e il 7 ottobre, ha sparato tre colpi durante un intervento in una vecchia palazzina di Brissago, uccidendo un profugo srilankese che stava per accoltellare due suoi connazionali.
L’uomo, rivela il Caffè nella propria ricostruzione, sarebbe uscito come una furia dopo aver spalancato la porta del proprio appartamento, lanciandosi - coltelli alla mano - contro i suoi bersagli e ignorando gli ordini dell’agente. Immediata quindi la sua reazione, che a quel punto alza l’arma sparando due colpi in rapida successione, colpendo il 38enne ad un rene. L’uomo ha un lieve cedimento, ma non si ferma, ed allora il poliziotto spara un terzo colpo, centrandolo in pieno torace.
All’origine dell’aggressione, prosegue il domenicale, ci sarebbero motivi assai futili. Probabilmente un mancato invito ad una cena. Prima un diverbio, poi le urla e così i due srilankesi hanno chiamato la polizia. Poi, mentre rientravano nella palazzina scortati dall’agente, il dramma.
Sarà ora compito dell’inchiesta penale, coordinata dal procuratore Moreno Capella, svelare se l’agente - un ragazzo di 28 anni, da 5 in polizia - avrebbe potuto agire diversamente in quegli istanti per salvaguardare la vita dei due migranti.