In aula l’intervento del medico psichiatra: «Nessun distacco dalla realtà»
LUGANO - Per entrambi si parla di scemata imputabilità di grado lieve, mentre per l’uno il rischio di recidiva è alto e per l’altro medio. Sono queste le conclusioni della perizia psichiatrica allestita dal medico Rafael Traber nei confronti dei due venticinquenni a processo per il pestaggio di Gravesano dello scorso 24 febbraio. Conclusioni illustrate poco fa davanti alla Corte delle Assise criminali di Lugano, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta. Ma che non sembrano convincere i difensori (avvocati Flavio Amadò e Lorenzo Fornara), verosimilmente intenzionati a richiedere un nuovo perito.
Il mix di sostanze - Prima dei fatti, quella notte i due imputati avevano consumato un mix di bevande alcoliche e sostanze stupefacenti. Ma il perito spiega che «non c’è una relazione scientifica tra il tasso di sostanze psicoattive nel sangue e la capacità di intendere e di volere». E rileva, basandosi sull’analisi del reato e del comportamento, che non vi era «nessun distacco dalla realtà».
Le amnesie? «Non sono reali» - Per quanto riguarda invece i «non ricordo» degli imputati, secondo il medico le amnesie sarebbero da considerare non come un aspetto reale bensì come una strategia difensiva. «Le persone che soffrono di vere amnesie, di solito sono aperte nel riferire i fatti. In questo caso vengono invece nascosti determinati aspetti».
Un trattamento ambulatoriale? - Per entrambi gli imputati - conclude Traber - l’astensione dal consumo di sostanze stupefacenti porterebbe infine a un basso rischio di recidiva, ma non nullo. E l’esperto consiglia un trattamento ambulatoriale. Un trattamento che viene rifiutato categoricamente da uno dei due imputati.
Imputato allontanato - Verso la fine della giornata processuale, il venticinquenne svizzero è stato accompagnato fuori a causa del suo atteggiamento in aula: più volte ha interrotto l’interrogatorio del perito, nonostante i vari richiami del giudice.
Domattina alle 8.45 la parola passerà alle parti.