Lo afferma il perito psichiatrico Alessandra Canuto, che propone, in alternativa, due strutture d'Oltralpe.
LUGANO - La Stampa potrebbe non bastare per curare la 29enne responsabile del doppio accoltellamento avvenuto a novembre 2020 alla Manor di Lugano. Lo sostiene oggi, nel corso del secondo giorno di processo al Tribunale penale federale di Bellinzona, il secondo perito psichiatrico Alessandra Canuto.
«In Ticino non credo esistano strutture con un approccio sufficientemente ampio. Penso che in carcere il servizio psichiatrico possa eseguire solo degli interventi di tipo ambulatoriale».
La dottoressa, confermando che il rischio di recidiva della giovane resta medio-alto, propone dunque un trattamento a lungo termine presso il carcere femminile Hindelbank di Berna o il penitenziario Curabilis di Ginevra. Le due strutture sarebbero «più adeguate» perché assicurano «una presa a carico psichiatrica intensiva e un approccio psico-educativo.
Per quanto riguarda eventuali problemi linguistici, «che effettivamente possono essere limitanti», Canuto specifica che, a sua conoscenza, «nel carcere femminile di Berna sono state integrate anche detenute che non parlano tedesco». Sono poi disponibili anche servizi di interpretariato». È comunque importante per la terapia, sottolinea, «chiarire quali sono le competenze linguistiche della detenuta».
La considerazione dell'imputata di quanto successo, conclude infine Canuto, non è praticamente cambiata dal 24 novembre 2020. «Al momento della mia perizia non c’era consapevolezza, né una presa di coscienza, empatia o rimorso».