L'imprenditore Bruno Balmelli ammette di aver tentato di truffare l'assicurazione, ma l'idea «era che la merce venisse rubata».
LUGANO - «Non sono mai stato al corrente dell'incendio. Non avrei mai accettato né permesso di dare fuoco alla merce». È quanto sostiene davanti alla Corte di appello l'imprenditore Bruno Balmelli, oggi 74enne, condannato in primo grado a quattro anni di carcere per incendio intenzionale e tentata truffa per il caso del rogo appiccato al White di via Nassa il 12 febbraio 2021. L'uomo, titolare del negozio, era stato ritenuto colpevole di aver pianificato l'intera operazione, messa in atto da quattro complici, per incassare i soldi dell'assicurazione, che l'avrebbe risarcito per due milioni di franchi.
La difesa chiede che Balmelli venga assolto dal reato di incendio intenzionale, in via subordinata che venga derubricato a danneggiamento. Non viene invece contestata la sua colpevolezza per quanto riguarda la truffa, ma viene chiesto che l'importo in questione venga diminuito. L'avvocato Ettore Item chiede infine che la pena decisa in prima istanza venga sensibilmente ridotta e integralmente sospesa.
Anche per uno dei complici, un 37enne condannato a due anni e otto mesi di detenzione di cui un anno e mezzo sospeso con la condizionale, viene chiesta una riduzione della pena e che venga giudicato colpevole di complicità per negligenza.
«Mi ha detto "ci penso io"» - Al momento dei fatti il White era chiuso a causa del Covid e, ammette Balmelli, «già negli anni precedenti la società era in difficoltà». «Dopo che ho condiviso queste preoccupazioni con un amico», poi diventato complice nella vicenda, «lui mi ha detto che mi avrebbe aiutato a piazzare la merce in sud Italia», spiega il 74enne. Al che «dopo che questi tentativi non hanno funzionato, lui mi ha detto "ci penso io e ti faccio scomparire la merce"». La pubblica accusa, però, non ci sta: «Lei a verbale ha dichiarato che aveva capito che l'avrebbe fatta sparire in un modo o nell'altro, dandole fuoco o rubandola», osserva la procuratrice pubblica Margherita Lanzillo.
«Avevo capito ma non avevo capito» - Il secondo imputato, il 37enne, afferma dal canto suo che gli altri complici «volevano fargli comprare la benzina» e gli avevano chiesto di allestire una mappa della zona. Il giovane sostiene quindi di aver chiesto spiegazioni a Balmelli. «Io non l'ho percepito e gli ho detto che quando servivo la clientela non volevo essere disturbato», commenta a tal proposito l'imprenditore. Il 37enne ha quindi eseguito gli ordini impartitigli dagli altri complici, consegnando loro anche le chiavi del negozio e una mazza volta a simulare lo scasso: «Le cose le ho viste, ma non avrei mai pensato che potesse succedere una cosa del genere. Ero in uno state di tale confusione che era come se avessi capito e non capito», conclude il 37enne.
«Ho fatto un errore enorme e ne sono cosciente», dice infine Balmelli, «infatti poco dopo l'accaduto ho capito di aver sbagliato e ho disdetto l'assicurazione». La giudice Giovanna Roggero-Will sottolinea però che a quel punto «era già saltato fuori tutto».