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CEVIO«Senza un franco da tre mesi»

25.09.24 - 08:32
La drammatica situazione di Ivana Presi che, fino al nubifragio dello scorso 30 giugno, gestiva il Grott di Balói in Valle Bavona.
Foto Grott di Balói
«Senza un franco da tre mesi»
La drammatica situazione di Ivana Presi che, fino al nubifragio dello scorso 30 giugno, gestiva il Grott di Balói in Valle Bavona.

CEVIO - Doveva essere la ciliegina sulla torta per chiudere una brillante carriera nella ristorazione. Ivana Presi, 63 anni, aveva preso in gestione il Grott di Balói a Fontana, in Valle Bavona, lo scorso 19 marzo. Tre mesì così così. Poi il nubifragio terribile del 30 giugno che ha stravolto l'intera Alta Vallemaggia. Da quel giorno Ivana non può più lavorare. «E non percepisco un franco», sospira.

Indennità che mancano – Nel grotto con lei lavoravano il marito Valerio (68), il figlio e altre tre persone. Per loro sono arrivate le indennità di lavoro ridotto per luglio. Finora agosto e settembre restano scoperti. «A dire il vero – ammette Ivana con un certo imbarazzo – mio marito non ha diritto a percepire niente. Perché è sposato con me che sono la gerente e sono indipendente. Continuiamo a compilare formulari, ma non abbiamo ancora capito chi ci pagherà. Qualcosa arriverà dall'assicurazione per i mancati proventi del grotto».

Fianco a fianco da sempre – La coppia, che vive a Maggia, ha quasi sempre lavorato fianco a fianco. A Riveo, a Coglio, a Bosco Gurin, a Cardada. «Facevamo questo mestiere da una quarantina d'anni. Questi dovevano essere gli ultimi tre. Poi saremmo andati in pensione. C'è tanta amarezza nei nostri cuori. I danni sono incalcolabili. E il paesaggio è stravolto. Io sono salita solo una volta a Fontana finora. Non riesco ad andarci. Mi fa male».

Solidarietà – La sera del 29 giugno fortunatamente il team del grotto non si trovava sul posto. «Avevamo visto le previsioni pessime e abbiamo deciso di tenere chiuso. In fondo questa scelta ci ha salvato la vita, quindi da un certo punto di vista possiamo essere contenti. Nelle settimane successive abbiamo ricevuto tante manifestazioni di solidarietà. Anche dalla Svizzera interna. Ci sono stati turisti che ci hanno chiamati e che volevano anche mandarci soldi. Abbiamo rifiutato, però abbiamo apprezzato il pensiero carino».

La primavera è un miraggio – Il futuro è nebuloso. Ivana tira l'ennesimo sospiro. «La Bavona è tutta da sistemare. Non sappiamo ancora se il Cantone permetterà che ci siano ancora determinate attività come la nostra. Bisogna aspettare che valutino i gradi di pericolo. Abbiamo parlato anche col capo dell'Ufficio tecnico di Cevio. La primavera al momento è un miraggio. Il nostro presente è fatto soprattutto di preoccupazioni finanziarie. Io non percepisco un franco da tre mesi. La burocrazia è macchinosa e anche i risparmi stanno finendo».

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