Questo sabato l'Associazione Fontanieri Ticinesi ha raccolto 20'000 franchi in favore delle infrastrutture idriche del Comune di Lavizzara.
BELLINZONA - È stato un viaggio di 116 chilometri fatto di resistenza, passione e spirito di comunità. Dalle prime luci dell’alba fino al tramonto, attraversando valli innevate, piogge insistenti e strade avvolte dalla nebbia, i fontanieri, atleti e simpatizzanti hanno corso senza sosta da Airolo a Chiasso. Un’iniziativa simbolica e concreta, nata per celebrare la Giornata Mondiale dell’Acqua e sostenere il ripristino della rete idrica del Comune di Lavizzara, messa a dura prova da eventi naturali estremi la scorsa estate.
Alba di entusiasmo e determinazione - Alle 4.45 del mattino, quando gran parte del cantone ancora dormiva, i primi passi hanno cominciato a risuonare tra le montagne di Airolo. Il programma prevedeva la presenza di otto runner, ma al punto di partenza se ne sono presentati quasi il doppio: «Quindici corridori, tutti motivati a dare il proprio contributo», racconta Matteo Negri, presidente dell’Associazione Fontanieri Ticinesi (AFT).
L'unione fa la forza - È stato chiaro da subito che non sarebbe stata solo una corsa, ma una giornata speciale, dove l’unione avrebbe fatto davvero la forza. Un cammino collettivo tra fatica, sorrisi e mani tese, durante tutto il tragitto, i corridori hanno incontrato un sostegno caloroso. Nei comuni attraversati, gruppi di persone li aspettavano con un sorriso, un applauso, un bicchiere d’acqua o un semplice incoraggiamento. Altri si sono aggiunti alla corsa per brevi tratti, trasformando l’impresa in un vero movimento collettivo. «La condivisione è stata la parte più potente di questa avventura – continua Negri –. Anche solo fare qualche chilometro insieme ha significato molto. Era il segno che questa causa, l’acqua come bene comune, tocca davvero tutti».
Il boato dello stadio - L'arrivo (da brividi) dell'impresa si è consumato poco dopo le 19, allo stadio Riva IV di Chiasso. I corridori sono stati accolti da un pubblico caloroso e da una festa organizzata con la collaborazione dell’FC Chiasso. Un momento carico di emozione, culminato con il giro di campo dei partecipanti al termine della partita dei rossoblù, tra gli applausi dei tifosi e le parole del Consigliere nazionale Giorgio Fonio, che ha celebrato l’impresa dallo speaker.
La beneficenza e il senso di comunità - Una raccolta fondi che fa la differenza, l’iniziativa ha permesso di raccogliere 20mila franchi, che verranno devoluti interamente al Comune di Lavizzara in favore del progetto di ripristino delle infrastrutture idriche. Un gesto concreto che va oltre il simbolismo della corsa e si traduce in un impatto reale sulla vita quotidiana di una comunità. Più di una cifra: un messaggio forte e chiaro, Ma, come sottolinea Matteo Negri, il valore dell’iniziativa non si misura solo nei numeri: «Certo, siamo fieri della somma raccolta, ma quello che ci portiamo a casa è qualcosa di più profondo: il senso di comunità, l’energia che si è creata lungo la strada, il messaggio condiviso che l’acqua non è un bene scontato. È un diritto universale, da proteggere e rispettare».
La metafora - La corsa ha rappresentato una metafora potente: come ogni goccia d’acqua contribuisce a formare un fiume, così ogni passo, ogni gesto, ogni partecipante ha contribuito a un movimento più grande. Un’onda di solidarietà che ha attraversato il Ticino da nord a sud, unendo persone diverse sotto un unico ideale: fare qualcosa, concretamente, per il bene comune. «È stato uno sforzo collettivo che lascia il segno», conclude Negri. «Quella del 22 marzo non è stata soltanto un’impresa sportiva o una raccolta fondi. È stata un’esperienza corale, fatta di fatica condivisa, entusiasmo contagioso e piccoli gesti che, messi insieme, hanno creato qualcosa di grande. Un esempio di come, anche oggi, sia possibile costruire reti solidali, partendo da un’idea semplice e da una risorsa tanto preziosa quanto fragile: l’acqua. E ora che la corsa è terminata, resta la scia di ciò che è stato fatto. E soprattutto, l’ispirazione per ciò che ancora si può fare. Perché quando si corre insieme, nessuna distanza è troppo lunga».