Era il 7 marzo 2013: Giuliano Bignasca, leader e fondatore della Lega dei Ticinesi, moriva improvvisamente a 67 anni
LUGANO - La notizia quel mattino fece il giro del cantone in un lampo. Esattamente dieci anni fa - era il 7 marzo del 2013 - moriva Giuliano Bignasca, il leader e fondatore della Lega dei Ticinesi. Un proverbiale fulmine a ciel sereno sul mondo politico - ma non solo - ticinese.
A ribadire quel "non solo" ci pensarono i funerali, celebrati due giorni dopo, a cui presero parte migliaia di persone in quel di Lugano. Dalle lunghe file dinanzi alla camera ardente, allestita in Via Monte Boglia, per un ultimo saluto, fino al corteo che nel pomeriggio accompagnò la bara del "presidentissimo" della Lega verso il cimitero sotto una lieve, ma insistente, pioggia.
Imprevedibile, pittoresco e ribelle. Giuliano Bignasca è stato un "unicum" sullo scenario politico ticinese e nazionale. È stato consigliere nazionale - tra il 1994 e il 1995 e, nuovamente, tra il 1999 e il 2003 - e municipale a Lugano, dal 2000 fino al momento della sua scomparsa. E anzi, alle elezioni comunali che si tennero poco più di un mese dopo, il Nano - che era candidato e il cui nome rimase in lista anche dopo la morte - fu destinatario di 9'001 voti, contribuendo al trionfo del movimento nella città sul Ceresio, che in quell'occasione conquistò il terzo seggio nell'esecutivo luganese.