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CANTONE«Valli e periferie del Ticino: dobbiamo aspettarci un disimpegno generale?»

19.09.24 - 10:21
L'interrogazione di Alessandro Speziali e Fiorenzo Dadò inoltrata al Consiglio di Stato, in relazione alle parole di Zali
Archivio Ti Press
Fonte Testo interrogazione Speziali e Dadò
«Valli e periferie del Ticino: dobbiamo aspettarci un disimpegno generale?»
L'interrogazione di Alessandro Speziali e Fiorenzo Dadò inoltrata al Consiglio di Stato, in relazione alle parole di Zali

BELLINZONA - Non ha riscontrato particolare successo l'intervista apparsa lo scorso 6 settembre sul Corriere del Ticino al consigliere di Stato, Claudio Zali. Tanto che Alessandro Speziali (PLR) e Fiorenzo Dadò (Il Centro) hanno deciso di inoltrare un'interrogazione al Consiglio di Stato dal titolo: «Valli e periferie del Ticino: dobbiamo aspettarci un disimpegno generale perché il trend sociale è ineluttabile?».

«I contenuti - riportano - non ci trovano per nulla d’accordo e non possono lasciarci silenti. Esse sono in netto contrasto con gli intendimenti della politica regionale federale e cantonale come pure delle molte associazioni presenti sul territorio proprio con l’obiettivo di promuoverlo – stimolando il rilancio demografico».

A mandarli su tutte le furie le affermazioni di Zali in relazione alle alluvioni che hanno segnato la Media e l'Alta Vallemagia. «Il direttore del Dipartimento del Territorio ha affermato di intravvedere “un’ineluttibilità di determinate dinamiche che colpiscono le regioni periferiche”: ossia che la decrescita demografica delle Valli sia irreversibile e, soprattutto, che il loro destino sia segnato».

«Fatalismo politico», la definiscono. E questo li preoccupa: «Non possiamo condividere in alcun modo visioni per cui le periferie ticinesi attendano ormai un destino segnato, che porterà al loro inesorabile abbandono. Ciò determinerebbe tra l’altro conseguenze negative per tutto il Ticino, anche in termini economici e turistici», dicono.

Ecco perché deplorano «qualsiasi azione politica improntata a un disimpegno e al disfattismo; serve, invece, attivarsi per invertire lo spopolamento delle zone più discoste e ad inviduare nuove opportunità socio-economiche per queste regioni che meritano dignità e attenzione politica. Il tema, naturalmente, non è di semplice soluzione e non privo di ostacoli; ma è dovere di ogni gremio politico, a maggior ragione del Consiglio di Stato, impegnarsi a fondo anche per queste zone del Canton Ticino».

Secondo Speziali e Dadò, inoltre, «quanto letto nell’intervista citata è in netto contrasto con le parole espresse dal presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta durante i festeggiamenti del Primo di agosto con la comunità valmaggese, come pure dei Consiglieri federali Rösti, Amherd e Cassis».

Le domande
In considerazione con quanto espresso, con la necessità che non vi sia nessun dubbio e fraintendimento nei confronti delle Valli ticinesi, chiediamo al Lodevole Consiglio di Stato:
- Condivide in toto le considerazioni espresse dal Direttore del Dipartimento del Territorio sul destino delle zone periferiche e se quindi intende nel prossimo futuro procedere con un graduale disimpegno?
- In caso contrario, con quale strategia si intende agire per un sostegno concreto alle comunità, ai Municipi, ai Patriziati e ai vari enti coinvolti?

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