Sono nata il 21 gennaio 1987 a Zurigo, dove i miei genitori hanno studiato e sono rimasti a vivere fino al 1993, anno in cui hanno deciso di tornare in Ticino, dove sono entrambi cresciuti. ?Ho frequentato le scuole elementari a Magliaso, le medie all’istituto Elvetico di Lugano ed ho conseguito la maturità letteraria presso il Liceo di Lugano 1. Attualmente vivo con la mia famiglia a Comano.?Dal 2006 studio diritto presso l’Università di Zurigo, l’anno scorso ho ottenuto il bachelor e ora sto lavorando alla mia tesi di master.
Come è nata la passione per la politica?
In casa mia si è sempre parlato di politica e di attualità, ma mai nessuno nella mia famiglia è stato politicamente attivo. Io ho sempre seguito con molto interesse tutto ciò che accadeva attorno a me e sono sempre stata molto interessata alle persone e alle dinamiche della politica. Ora a 24 anni è arrivato il momento di mettermi in gioco e lo faccio candidandomi per il Gran Consiglio con la Lega dei Ticinesi!
Quali sono i temi che le stanno più a cuore?
Ci sono molte cose a cui tengo per il bene del Ticino e dei Ticinesi. In particolare è necessario introdurre controlli e procedure più severe per limitare le naturalizzazioni facili. Non si può più permettere che alcune persone diventino svizzere senza rispettare le regole del nostro Paese.
Controlli più severi urgono anche nei confronti degli abusi sociali.
Inoltre mi sta particolarmente a cuore il nostro territorio, che è stupendo! Voglio che negli anni si possa ancora ammirarlo in tutte le sue particolarità. Per questo si deve portare avanti una politica responsabile, consapevole e rispettosa dell'ambiente, capace di conciliare quelle che sono le necessità economiche e demografiche con la conservazione del paesaggio.
Quali sono i problemi più urgenti da risolvere in Ticino?
Innanzitutto è fondamentale risolvere la questione della disoccupazione in Ticino, che attualmente riguarda il 5,8% della popolazione. Per contro i frontalieri che ogni giorno varcano il confine per venire a lavorare in Ticino sono oggi quasi 50'000 e non fanno più solo lavori che i Ticinesi non vogliono fare. Tra i frontalieri infatti si contano oggi numerose persone che lavorano nel settore terziario.
Particolarmente problematica è la disoccupazione giovanile. Fondamentale è lo sviluppo di una politica volta a sostegno dei giovani: misure come incentivi alle aziende per l’assunzione e la formazione dei giovani al primo impiego e la creazione di sostegno e aiuti all’imprenditorialità giovanile sono solo alcune delle tante possibili.
Quale il Ticino del futuro che sogna
Un Ticino fiero della sua cultura e delle sue tradizioni, capace di accogliere la multiculturalità senza perdere consapevolezza delle proprie origini. Un Ticino che si sa difendere dalle pressioni di Berna facendo capire i suoi problemi specifici, che lo rendono un Cantone diverso dagli altri. Un Ticino che si sa difendere dall'arroganza delle autorità italiane ed europee.
Perché dovremmo votarla?
Perché in Gran Consiglio c’è bisogno di giovani motivati che hanno a cuore la nostra gente, il nostro territorio e che facciano politica in favore dei Ticinesi. Perché noi giovani dobbiamo costruire il nostro futuro.