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LUGANOLugano e l’orgoglio perso da ritrovare

31.03.21 - 08:04
Un contributo di Carlo Regondi, candidato PLR per il Consiglio comunale di Lugano
Carlo Regondi
Lugano e l’orgoglio perso da ritrovare
Un contributo di Carlo Regondi, candidato PLR per il Consiglio comunale di Lugano

C’era una volta una città che era la locomotiva del Cantone, che sapeva sognare ma soprattutto trasformare in realtà molti, quasi tutti, di questi sogni. Una città che sapeva crescere attirando attorno a sé, oltre che nuovi abitanti, imprenditori e investitori, le tante piccole realtà che le stavano intorno, trasformandosi nella grande Lugano.

Complice sicuramente un ciclo economico in pieno fermento, si seppe approfittare della situazione per creare e costruire, ma alla base di tutto c’erano delle visioni (Università, LAC, Cardiocentro, Centro di calcolo, per citarne alcune) che hanno permesso di diventare la nona città e la terza piazza finanziaria della Svizzera.

A due legislature dal termine di un lungo periodo caratterizzato da una lungimirante guida, che sicuramente in qualche errore di percorso è inciampata pure lei, ma si contano più successi che fallimenti, ci troviamo oggi di fronte a una situazione di stallo, caratterizzata dai lunghi tempi politici per ogni decisione da prendere (con la conseguente perdita di occasioni) e in presenza, come lo ha definito qualcuno, di un gigante con i piedi di argilla.

Lugano ha perso la sua capacità di far sognare i luganesi, di proporre progetti condivisi di lungo termine e soprattutto di realizzarli in comune accordo. Il calo demografico è uno dei tanti segnali di questo recente decadimento. Il PSE da solo non basterà a bilanciare le brutte notizie di queste settimane, dove si sono persi i lavori d'ingrandimento del pronto soccorso da parte dell’EOC, si è di fronte a tre ricorsi per la futura gestione dell’aeroporto (con relativo rallentamento del suo rilancio) e sfuma quasi sicuramente, anche lei verso Bellinzona, la sede dello Swiss Innovation Park.

Il Polo dei Congressi, obbiettivo dichiarato della Città a inizio legislatura (durata oltretutto un anno di più) ancora oggi è in alto mare, così come gli aggiustamenti del PVP, tanto richiesti da commercianti e cittadini, e la definizione del Masterplan per la riqualifica del lungolago e del centro (prevista per fine 2020).

La prossima legislatura dovrà ridare fiducia alla popolazione, ritrovare l’orgoglio perso che possa fungere da volano per tornare a far girare a pieni giri il motore della nostra economia. Coniugare obbiettivi di rilancio di breve termine, che devono per forza passare dai settori turismo e cultura, ad oggi già presenti e immediatamente “spendibili”, con quelli di medio periodo che devono poggiare su formazione, innovazione e investimenti anticiclici. Si dovrà in particolar modo tornare ad ascoltare i reali bisogni delle persone e riattivare un dialogo costruttivo tra forze politiche per il bene della città e per la condivisione dei progetti su cui basare la ripartenza.

La speranza è che anche Berna e Bellinzona facciano la loro parte, erogando immediatamente e senza ulteriori ritardi gli aiuti promessi ai casi di rigore, prima di ritrovarsi con un tessuto economico in coma irreversibile e la incapacità di ripartire, causa fallimento, delle numerose attività colpite dalla chiusura forzata.

Lugano dovrà infine saper definire la sua futura forma, e su questa costruire il suo successo. Vogliamo essere città turistica, di cultura, attrattiva e innovativa? Se sì, allora che si promuova finalmente questa immagine, si mettano in rete le realtà presenti sul territorio (soprattutto i protagonisti di turismo, cultura e formazione), si proceda alla completa digitalizzazione dei processi e servizi e si mantengano gli obbiettivi delle linee di sviluppo approvati. Solo la certezza di vedere realizzati gli impegni presi da parte del pubblico può attirare gli investimenti e i capitali dei privati, che potranno ritrovare, oltre che un fertile terreno su cui crescere, la fiducia nella politica.

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