L'invito è a pagare le sanzioni perché si rischia di peggiorare la situazione. Resta uguale la procedura di comunicazione dell'infrazione.
BELLINZONA - Velocità, uso dello smartphone, droga e alcol. Un poker che - per chi si mette alla guida - si traduce in multe elevate, ritiro della patente e, nei casi più gravi, nel carcere. Ora, con il nuovo codice della strada italiano appena entrato in vigore, le sanzioni si fanno ancora più dure. Giusto a titolo di esempio, per i neopatentati sono previste ammende pesanti se si viene fermati alla guida in stato di ebbrezza e uno stop alla patente fino ai 24 anni di età. Se invece si è al volante sotto l'effetto di sostanze stupefacenti ecco che scatta la sospensione immediata della patente.
Ma cosa capiterà agli automobilisti ticinesi una volta varcato il confine, se dovessero incappare in un blocco della polizia italiana? Lo abbiamo chiesto al TCS che parte da una conferma. «La situazione in Italia diventerà più severa a partire dal gennaio 2025, però in pratica non cambia la procedura», spiega il vicedirettore del Touring Club Svizzero Laurent Pignot.
L'iter - Ecco dunque che è bene ricordare l’iter in essere. «Se si commette un’infrazione, verrà notificata, come accaduto finora, per posta. Se l’infrazione stradale è riconosciuta e giustificata, il consiglio è di pagarla entro il termine stabilito, per non aggiungere tasse d’ingiunzione molto elevate (ogni ritardo nel pagamento di una multa porta ad un incremento dell'importo originale. Dopo 60 giorni dall’emissione, la somma aumenta a causa degli interessi e delle sanzioni. La crescita avviene del 10% ogni 6 mesi sul totale dovuto), e poter usufruire di sconti che spesso vengono applicati per chi paga velocemente», dice Pignot.
Il ricorso - Diverso se l’infrazione non dovesse essere riconosciuta o dovesse essere sbagliata. In tal caso «è possibile presentare ricorso, entro i termini di legge, per iscritto e in italiano al giudice di pace o al prefetto. Il ricorso va suffragato da prove concrete. Chi inoltra un ricorso e poi esce perdente avrà un importo da pagare pressoché raddoppiato. Quindi va fatto in modo oculato».
Rischio sequestro - E se dovesse capitare che l’automobilista non paga la multa, rischia «durante un futuro viaggio in Italia, di incorrere in sanzioni molto più pesanti, fino al fermo o al sequestro del veicolo. Non è perciò una buona idea ignorarla», sottolineano dal TCS.
Sorpresa oltre confine - Decisamente più grave il caso del ritiro della patente. «Se l’infrazione è grave, la patente può essere ritirata dall’autorità italiana e il conducente ha quindi il divieto di guidare in Italia per un determinato periodo. Le autorità italiane possono anche notificare a quelle svizzere, che a loro volta potrebbero applicare un ritiro della patente anche in Svizzera» dicono dal TCS.
L’Italia infatti potrà informare le autorità svizzere del divieto di guida emesso sul suo territorio. E la stessa autorità potrà poi verificare se tale infrazione è classificabile come un reato “medio grave” o “grave” secondo il diritto svizzero e intervenire di conseguenza.
«Modifiche severe» - E intanto dall’altra parte del confine, in Italia, sono ovviamente pronti a far scattare la normativa anche in caso del fermo di automobilisti svizzeri. «È vero, sono previste delle modifiche severe - spiega il comandante della polizia locale di Varese, Claudio Vegetti - Che andranno ovviamente applicate a tutti gli automobilisti, svizzeri o meno. Adesso siamo in fase di ricezione delle novità contenute nel testo non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Decisivo iniziare a far conoscere questi cambiamenti. Intanto la procedura di notifica alla Svizzera rimane invariata».
Potrebbe non essere finita - C’è inoltre una novità che in futuro potrebbe essere di rilievo. «Nell'articolo 35 del nuovo codice della strada si parla della necessità di allineamento internazionale delle norme con gli stati dell'Unione europea e con quelli con i quali ci sono degli accordi. Il tutto per armonizzare le disposizioni con quanto avviene all'estero. Ciò potrebbe ulteriormente portare a ulteriori modifiche in futuro», spiega Vegetti.
Per concludere dunque, da gennaio le regole saranno più severe in Italia. Il TCS raccomanda di «rispettare il codice della strada e le regole in vigore in Italia, come le rispettiamo in Svizzera, e di pagare le eventuali multe, se dovesse capitare di infrangere le regole, affinché il viaggio resti un piacere e non diventi un incubo».