La galleria d'arte di Melano festeggia il suo primo decennale (anche con una mostra speciale), ne parliamo con Patrizia Cattaneo Moresi.
MELANO - Dieci anni intensi, vissuti a inseguire l'arte e il bello. Sono quelli della galleria Artrust di Melano che festeggia in questi giorni il suo decennale. La prima mostra organizzata nello spazio, infatti, è risale proprio all'autunno 2013.
Due lustri dopo, il sogno della sua fondatrice - Patrizia Cattaneo Moresi - è più vivo che mai, con una sala espositiva in quel di Zurigo e diverse manifestazioni artistiche di successo extra muros, nel territorio circostante.
Ciao Patrizia, 10 anni sono davvero volati, com'è nata l'idea di Artrust?
L’idea di Artrust nasce naturalmente dal mio percorso di studi e dalla mia grande passione per l’arte, ma soprattutto dalla profonda convinzione nel potere dell’arte come strumento di comunicazione ed espressione, capace di descrivere – e anche di migliorare – il mondo che ci circonda. Quel suffisso "trust" nel nostro nome riflette proprio la fiducia che nutro nell’arte, nella cultura e nella divulgazione del bello. Questa era la mia idea di allora, ma attorno a questa visione ci muoviamo ancora oggi, a dieci anni di distanza.
Con i gatti di Rovio e con la mostra di Street Art a Maroggia siete usciti dagli stabili e avete "colonizzato" un po' il territorio, era nei vostri piani? Che vi aspetta per il futuro?
Allestendo questa mostra che celebra il nostro decennale, ho avuto la possibilità di riflettere sulla nostra evoluzione di questi anni. Ho ripensato al fatto che il tema del paesaggio e della sua relazione con l’opera d’arte era già stato argomento della mia tesi di laurea. Per cui devo dire che, il nostro approdo all’arte urbana non era effettivamente programmato e non era nei nostri piani agli inizi, ma è arrivato in modo quasi naturale, forse perché già implicito nella mia visione.
Il futuro? Ci aspettano tante nuove iniziative a partire dalla prossima edizione della Triennale di Maroggia nel 2024. Ma non pensiamo solo localmente: abbiamo tanti progetti in corso in giro per il mondo nei quali la street art è protagonista.
Qual è la tua ricetta per "trovare" degli artisti, cosa devono avere per convincerti?
In realtà non faccio una vera opera di ricerca o scouting. Per cui, non posso nemmeno dire che esistano delle caratteristiche chiave che siano necessarie per convincermi. Certo riceviamo tante candidature, curriculum, portfolio, ma difficilmente questa strada ha portato alla nascita di collaborazioni durature. Spesso le strade sono altre, meno convenzionali, nelle quali entrano in gioco dei rapporti che non solo quelli tra la gallerista e l’artista, ma tra persone. Per cui, ecco, se dovessi trovare una caratteristica, direi che il lato umano - e quindi una certa condivisione di valori - è per me fondamentale.
Qual è il tuo ricordo più bello di questi 10 anni? C'è stato, invece, un momento difficile?
Domanda a cui è difficile rispondere. Sono talmente tante le cose che abbiamo fatto che non ce ne è necessariamente una che prevale sulle altre. Quello che posso dire che è che l’emozione della prima inaugurazione era identica all’emozione di quest’ultima, dieci anni dopo.
Per quanto riguarda i momenti difficili, tendo a rimuoverli per come sono fatta, ma senza dubbio non posso non citare la pandemia, che è stata uno scoglio davvero duro da superare: dover chiudere, dover interrompere progetti già avviati, non è stato facile.
Fra le opere della tua galleria, ne hai una preferita? Una di quelle che quando qualcuno se la porterà a casa, un po' ti mancherà?
È un po’ come se mi si chiedesse di scegliere quale tra i miei figli è il mio preferito: impossibile. Certo ce ne sono alcune che mi comunicano più cose o mi trasmettono più emozioni, ma dipende anche dal momento e da quello che sto vivendo. Il rapporto con un’opera non è mai assoluto, cambia, così come cambiamo noi.
Per il resto, staccarmi da un’opera, anche da una che apprezzo molto, non è mai troppo faticoso, perché so che sta entrando nella casa o nello studio di qualcun altro che la amerà come l’ho amata io, e di questo non posso che essere felice.
Una mostra speciale per festeggiare i dieci anni
Per celebrare l'mportante traguardo è stata allestita una mostra speciale “10. Ten years of Artrust”, che si terrà dal 26 settembre al 15 dicembre. Con opere di Agam, Banksy, Canu, Castelli, Catania, Comensoli, De Saint Phalle, Gall, Kasikam, Léger, Liner, Lupi, Maisto, Ravo, Miró, Nevercrew, Obey, Ozmo, Gen Paul, Poletti, Raul, Tinguely, Valenti, Vasarely, Walasse, Warhol, Werefkin e altri.
Apertura dal martedì al venerdì, dalle 10 alle 18.Aperture straordinarie: sabato 14 ottobre, 11 novembre, 2 dicembre.