«Si rischia ora di aprire una fase di conflitti e di ricorsi di cui francamente non abbiamo bisogno»
ROMA - «È un grave errore aver deciso» per l'obbligo del Green Pass agli insegnanti in Italia «senza il necessario e approfondito confronto con il sindacato»: lo afferma Luigi Sbarra, segretario generale della Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori (Cisl).
«Devono tornare indietro, come abbiamo ribadito ieri al governo», afferma Sbarra in un'intervista pubbicata oggi dal quotidiano napoletano Il Mattino. «Avevamo detto al presidente Draghi con chiarezza che estendere il Green Pass nei luoghi di lavoro non poteva essere un espediente per imporre di fatto l'obbligatorietà del vaccino. Si rischia ora di aprire una fase di conflitti e di ricorsi di cui francamente non abbiamo bisogno. Serviva e servirà una norma di legge per obbligare le persone a vaccinarsi».
«Noi abbiamo sostenuto e continueremo a sostenere la campagna vaccinale, anche nei luoghi di lavoro», prosegue il sindacalista. «Il Green Pass è sicuramente un strumento utile per evitare la diffusione del virus. Detto questo, non si possono introdurre sanzioni e sospensioni al personale con decisioni prese dall'alto. Questo è un precedente pericoloso, un vulnus alle relazioni sindacali. La scuola in presenza a settembre si garantisce con il personale adeguato, stabilizzando i tantissimi precari in modo da eliminare le classi pollaio. Bisogna intervenire anche sul sistema dei trasporti, rendendoli più sicuri. Noi riteniamo poi che il vaccino vada esteso anche agli studenti».
«E il Governo, e non certo il sindacato, che deve valutare sulla base dei rilievi scientifici se la nuova emergenza sia tale da giustificare una legge per rendere obbligatorio il vaccino per tutti, e non solo nei luoghi di lavoro», conclude Sbarra. «Non possiamo certo essere noi a obbligare le persone a farlo, introducendo in via surrettizia il Green Pass. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità».