Gli Stati Uniti stanno entrando nella fase finale dell'evacuazione dall'aeroporto di Kabul. Restano circa 1000 civili.
Dopo l'annuncio di ieri del presidente Joe Biden di un possibile nuovo attacco entro 24-36 ore, l'ambasciata americana a Kabul ha diramato nelle prime ore di domenica una nuova allerta.
KABUL - Con un occhio fisso sull'orologio e l'altro impegnato a scrutare meticolosamente i dintorni dell'aeroporto di Kabul. Quando mancano poco più di 48 ore alla fine della ventennale missione americana in Afghanistan, lo spettro di un possibile nuovo attacco sembra assumere i contorni di una certezza secondo i servizi d'intelligence e gli uffici diplomatici a stelle e strisce.
Evocata ieri dal presidente Joe Biden, la minaccia è stata confermata nelle prime ore di domenica anche dall'ambasciata americana a Kabul che, diramando una nuova allerta, ha parlato di un pericolo «preciso e credibile». L'orizzonte indicato dal commander-in-chief statunitense era quello delle 24-36 ore. E l'eco di questo nuovo pericolo - mai sopito da giovedì scorso, dopo la strage che ha provocato più di 180 morti e oltre un centinaio di feriti all'esterno dello scalo - si è diffuso rapidamente, andando a sfoltire la massa di persone in attesa di imbarcarsi per lasciare il Paese.
Attualmente, stando a quanto riportato dai media internazionali, restano circa un migliaio di civili da evacuare presso l'aeroporto. Dopodiché sarà il turno delle ultime truppe americane.
Il passaggio del testimone all'aeroporto
Nel frattempo, le forze militare americane e i vertici talebani si stanno adoperando per garantire un rapido "passaggio del testimone" sul controllo dell'aeroporto di Kabul. A riportarlo è un funzionario che appartiene alle nuove gerarchie del potere afghano e che ha parlato, mantenendo l'anonimato, con l'agenzia Reuters. «Siamo in attesa dell'ultimo cenno di assenso da parte degli americani per assicurarci il pieno controllo sull'aeroporto», la cui gestione sarà poi affidata a una «squadra di tecnici altamente specializzati».