Sono stati trovati in tutto il mondo. Tra questi, c'è il verme della farina in grado di degradare il polietilene
LUBIANA - In un mondo fatto di plastica, l'evoluzione spinge per liberarsene. Così dei ricercatori hanno trovato che alcuni insetti d'acqua e di terra si sono adattati al materiale prodotto dall'uomo e hanno iniziato a mangiarlo.
Dagli anni Settanta a questa parte la produzione mondiale di plastica è aumentata da due a 380 milioni di tonnellate all'anno. Considerando che una sola bottiglia in PET si decompone in 16-48 anni, questo tipo di materiale è particolarmente nocivo per l'ambiente. Tutt'al più, non tutta la plastica è riciclabile e otto milioni di questa, a causa di uno scorretto riciclo alla fine del suo utilizzo, finisce ogni anno in mare.
Un gruppo di ricercatori, al seguito dello sloveno Jan Zrimec, specializzato in biotecnologia, ha trovato che 30'000 enzimi diversi, sui 200 milioni di campioni analizzati, potrebbero essere in grado di degradare 10 diversi tipi di plastica. Tre insetti di terra in particolare hanno mostrato di essere capaci di degradare il polietilene e il polistirene: sono la tarma della cera, il verme della farina e la larva di Galleria mellonella, nota anche come camola del miele.
In generale, la capacità di ogni enzima, riporta il Guardian, varia in base alla quantità d'inquinamento a cui viene esposto. Più plastica in un determinato ambiente, corrisponde a una migliore capacità di degradarla. Quindi, oltre a dare un'idea su cosa possono fare gli insetti, i ricercatori sono riusciti a stimare in modo più preciso quanto ogni luogo preso in considerazione, come alcuni fondali marini, sono esposti all'inquinamento.
Per determinare se questi enzimi fossero davvero in grado di degradare la plastica, i ricercatori li hanno confrontati a quelli presenti nello stomaco umano, questo perché lo stesso non è noto per produrre enzimi in grado di compiere questa azione sul materiale. Al contrario, la plastica, viene spiegato nello studio, «può avere molteplici effetti negativi sul microbioma intestinale, tra cui alterazioni dell'equilibrio ossidativo e infiammatorio intestinale, interruzione della permeabilità epiteliale e disbiosi, dove viene interrotta la simbiosi tra l'ospite e la comunità naturale e il modello di abbondanza del microbiota intestinale».