Secondo Clive Dix è necessario capire se i linfociti B e T della memoria stanno rispondendo ai farmaci anti Covid
LONDRA - Omicron stuzzica. Da quando a novembre è stata scoperta la nuova variante in Sudafrica un nuovo scenario è andato a crearsi. E sempre più dottori ed esperti vedono in Omicron la possibilità di una malattia endemica, simile all'influenza. Tra questi si inserisce l'ex presidente della Task force del Regno Unito, Clive Dix, secondo cui bisogna fermare la vaccinazione di massa e concentrarsi non più sulla diffusione del virus, ma sul trattamento dello stesso.
Da tre mesi Omicron viaggia. Ha raggiunto quasi tutti i Paesi e numerose ricerche scientifiche sono state condotte al suo proposito. Da queste emerge che sì, Omicron è molto contagiosa e si diffonde in fretta perché, alcuni ipotizzano, attacca soprattutto la gola e meno i polmoni. Ma stanno alimentando particolarmente la speranza che quest'ultima variante diventi endemica e possa essere trattata in un futuro molto prossimo come una classica influenza. Se ne sta dibattendo anche in Svizzera, anche se l'Oms ha avvertito a metà di questa settimana che Omicron potrebbe diffondersi a tal punto da creare una nuova variante.
Visto che i più vedono in Omicron la soluzione, c'è chi chiede che il piano per affrontare l'epidemia venga rivisto. Clive Dix è l'ex presidente della Task force del Regno Unito e ha collaborato attivamente nello sviluppo dei vaccini, ma ora chiede che venga posto un termine alla vaccinazione di massa. Ciò che vuole, riporta il Guardian, è che venga invertito l'approccio della strategia Covid e che si remi verso una «nuova normalità». Secondo lui «bisogna considerare d'interrompere i test e lasciare che le persone si isolino quando non stanno bene e tornino alla loro vita quando si ritengono pronte. Esattamente come quando si ha l'influenza».
Ma prima di questo «bisogna porre un freno alla vaccinazione di massa». A parer suo il governo dovrebbe sostenere una serie di studi di ricerca e analisi su quanto i vaccini siano stati efficaci nel produrre «immunità nei linfociti B e T di memoria». In particolare nella fascia over 60 e nei gruppi vulnerabili.
Anche se da un lato le affermazioni dell'ex presidente sconvolgono, perché proprio ieri il premier Boris Johnson ha annunciato che negli ultimi due anni 150'000 persone nel Regno Unito sono morte nei 28 giorni dopo aver contratto il virus, sono diversi i reparti scientifici che mettono in dubbio la necessità di una quarta dose, campagna che è appena iniziata in Israele. Il Comitato congiunto per la vaccinazione e l'immunizzazione ha stabilito, per esempio, che questa attualmente non è davvero necessaria. La maggior parte delle persone anziane che hanno ricevuto la dose di richiamo sono ancora ben protette da Omicron.